





Civita Castellana è un comune di 15.324 abitanti della provincia di Viterbo. E’ sorta sulle rovine di Falerii Veteres città dei Falisci, una popolazione che parlava una lingua simile al Latino. Un popolo guerriero quello dei Falisci che si scontrò con la vicina Roma, rimanendo sconfitto e dunque obbligato a fondare una nuova città. Dopo un periodo di abbandono Falerii Veteres tornò ad essere abitata, in seguito alle guerre gotiche ed alle invasioni longobarde, dando vita ad uno sviluppo urbanistico che ancora conserva il suo tessuto medievale. Sul finire del XII secolo fu signoria di Giovanni dei Papareschi senatore di Roma, ma nel 1426 la Santa Sede, dopo varie vicissitudini, vi riaffermò la propria giurisdizione. Da quel momento la città seguì le sorti dello Stato della Chiesa.
I secoli XVII e XVIII furono secoli di pace così ci si preoccupò di realizzare alcune opere pubbliche.
E’ nel XIX secolo che a Civita Castellana inizia una svolta economica ad opera di Giuseppe Trevisan, un imprenditore veneto che vi impianta le prime fabbriche di ceramica.
Quella della ceramica è una vocazione antica, dovuta alla facile reperibilità dell’argilla presente sul luogo. Col passare degli anni, accanto al settore artistico si sviluppa anche quello industriale, che vivrà il suo apice nel secondo dopoguerra.
Civita Castellana conserva un notevole patrimonio artistico e archeologico, infatti Falerii Veteres risulta essere uno dei principali siti dell’età del ferro e del bronzo. E’ ricca di aree templari, di necropoli e di santuari.
Inoltre la sua storia così articolata offre strutture architettoniche pregevoli, civili come Palazzo Onorati (1745), Palazzo Baroni con affreschi degli Zuccari, Palazzo Montalto (XVI sec.), Palazzo Comunale (XVI sec.), Palazzo Morelli, e religiose come il Duomo, la Chiesa di Santa Maria del Carmine, la Chiesa di San Francesco e l’abbazia di Santa Maria in Faleri.
Questi sono solo pochi esempi della ricchezza dei monumenti presenti in città, ovviamente tutti da vedere per godere della loro bellezza.
Oltre a storia e arte così argomentate Civita è anche forte di un altro grande prestigio che è la tradizione gastronomica.
Scopriamo insieme i piatti tipici della cucina tradizionale ricca dei più variegati prodotti locali: primi, ghiotti secondi di varie carni, dolci prelibati, insaccati, formaggi e vini.
Fra i vari piatti che offre la cucina: le fettuccine alla papalina, sono una variante della carbonara con prosciutto crudo e parmigiano al posto del pecorino; le penne all’arrabbiata preparate con abbondante pomodoro e peperoncino; la mozzarella fritta servita con una doratura bollente e appetitosa; la trippa alla romana insaporita con pomodoro, menta, mentuccia, peperoncino e una bella spolverata di pecorino; i cuori di carciofo alla maggiorana lessati con succo di limone e aromatizzati con maggiorana e prezzemolo trito.
Anche i dolci rappresentano golosità da assaporare: i frittelloni, tipici del carnevale, sono crepes molto sottili condite con pecorino o marmellata; i ceciaioli a forma di ravioli, ripieni di crema e ceci; i tozzetti ( i dolci più classici e famosi), biscotti secchi con nocciole dei monti Cimini… deliziosamente fantastici!
Tutte queste ottime portate necessitano di essere accompagnate da ambrosie altrettanto eccellenti, vini bianchi, rossi, liquorosi che il territorio di Civita produce in abbondanza: IL MARU un vino rosso eccezionale, vincitore di ben 3 edizioni della manifestazione “Tuscia autoctona”, IL COLLE DE’ POGGERI un moscato ricco, equilibrato e aromatico che si adatta bene ai fritti di pesce, agli antipasti e agli aperitivi.
Dove gustare tali sapori tipici, genuini, autentici?
Il ristorante MIGNOLO’ offre una esperienza da provare; si trova in via Vincenzo Ferretti, facilmente reperibile in Civita, ed è un posto familiare, accogliente con personale gentile ed efficiente. Che bontà!
Sarà un’esperienza strepitosa in attesa della partita, Civita è vicina e abbordabile!
Le speranze non finiscono mai: forza Arezzo vinci per noi!
a cura di L.T.