Tic Tac Tic Tac

Il cammino degli amaranto subisce l’ennesima battuta di arresto in uno scontro diretto con la prima della classe. In questa stagione poche sono state le soddisfazioni con le squadre che ci sopravanzano o sono al nostro livello, sintomo evidente delle nostre lacune, sia tecniche che di costruzione di squadra. Ma il campionato degli amaranto probabilmente si era concluso alla fine del calciomercato invernale, quando alcuni di quelli che erano stati presentati in estate come fiore all’occhiello di questa stagione, che doveva essere quella del riscatto, avevano fatto le valigie e se ne erano andati senza essere adeguatamente sostituiti (o perlomeno non tutti). La Serie D per il Cavallino è sempre stato un campionato ostico, specialmente quando affrontato con la puzza sotto il naso e la presunzione di appartenere a un altro calcio. E nonostante negli ultimi anni ci abbiamo sbattuto sovente il muso, questo anno lo abbiamo voluto rifare… o meglio lo ha voluto rifare la sgangherata società della S.S. Arezzo che, forte della (in)esperienza calcistica dei suoi vertici, ha voluto ripetere (e fare ripetere a noi tifosi verrebbe da dire) un anno calcistico vergognoso, dove nessuna decisione presa si è rivelata giusta, preferendo spesso e volentieri andare allo scontro con la maggioranza della tifoseria, su quelle che sarebbero dovute essere le linee guida della nuova stagione.

Non sto qui a ripetere la cronistoria, chi segue gli amaranto ne è ben al corrente, ma ad oggi 6 aprile c’è una piazza intera che aspetta fatti concreti per continuare a credere in questa società e per sostenere una rinascita. Aspetta che la proprietà ripiani le perdite create con la sua gestione schizofrenica e quindi versi i soldi per pagare i debiti e concludere con dignità la stagione. Aspetta che venga definito un organigramma credibile, che dovrà ricostruire pezzo per pezzo tutta l’area sportiva, dal direttore sportivo di comprovata esperienza e credibilità, in grado di costruire una “squadra” e non una raccolta di figurine, all’allenatore, possibilmente non bollito, in grado di potersi raffrontare e sostenere l’impatto con una piazza esigente e rumorosa come la nostra. Insomma aspetta fatti concreti e non promesse vane, il tempo sembra tanto ma per programmare bene bisogna muoversi in anticipo, senza tanti voli pindarici perché tanto il nostro campionato, a meno di impensabili cataclismi, sarà nuovamente questo e cominciare con il piede giusto, quindi scegliere persone giuste, è la base solida su cui costruire i successi. Tic tac tic tac, cara proprietà il tempo per me è già scaduto e muoversi in anticipo, e quindi far sentire il peso delle decisioni, porterà anche a motivare ulteriormente (non ce ne sarebbe bisogno a mio parere) quei profughi, che la domenica vestono con poco onore la maglia dell’Arezzo, a finire la stagione con dignità.

di Vecchia Guardia