Il piacere di farsi del male…


Stare in testa alla classifica, anche se un solo punto, con la contendente del periodo con una partita in meno, da recuperare mercoledì 2 febbraio, non è un margine così rassicurante, evidentemente manda in sofferenza la squadra amaranto. Ma il regolamento è uguale per tutti e non può certo essere un alibi se , contro tra l’altro le squadre meno forti, diventiamo piccini piccini, perdiamo la testa (fisica e di classifica!) e la concentrazione va a farsi fottere perché tanto “queste sono partite che si vincono a mani basse” … Non sono un allenatore, non sono un critico di professione, ma sono solo un tifoso che ama parlare della propria squadra, nel bene o nel male, esponendo, almeno secondo il mio punto di vista, che può essere giusto, ma pure sbagliato, ciò che va bene e ciò che va male. Ragionamenti interiori, che diventano pubblici allorquando li espongo nel blog, che possono, anzi sono, critiche rivolte a scelte che reputo incomprensibili, che vorrei fossero spiegate, con l’intento di capire il perché di certe scelte. Non pretendo che a rispondere sia l’Allenatore, o Il Direttore Generale, ma che certe scelte possano essere spiegate attraverso l’ufficio stampa, con spiegazioni date dai diretti interessati, forse questo lo si potrebbe fare.

Resta, intanto, il nocciolo della questione: ci siamo fatti del male da soli, noi, giudici unici del nostro destino, perché ancora una volta siamo scesi in campo, vestiti da GRANDI del campionato, convinti che contro I PIU’ PICCOLI sarebbe stata una passeggiata! Ed infatti, visto che il carnevale è cominciato ufficialmente da pochi giorni, ci siamo presi un bel primo scherzetto: in un campo (ma è la stagione ed è uguale per ambedue le squadre!), colloso e scivolo, dove la tecnica è messa in secondo piano dalla fisicità, non ho compreso bene alcune scelte: perché fuori dalla formazione iniziale Lazzarini e Gaddini, e dentro Bramante e Pericolini? E’ vero, serve un 2004, ed in questo momento abbiamo la sola alternativa “Viti”, al posto di Trombini, ma io avrei preferito un centrocampo più “robusto” (Lazzarini e Settembrini, a supporto di Castiglia) ed una fascia composta da Zona e Gaddini, che sono spesso stati devastanti in coppia!, ad un Bramante che ultimamente sembra più fumo che arrosto. Perché io sono convinto, ma forse mi sbaglio, che le partite si vincono meglio se partiamo dallo zero a zero iniziale, andando in vantaggio per primi, per poi cercare il raddoppio, che non in rimonta! SOPRATTUTTO CONTRO LE PICCOLE!

Poi mi sorge un altro dubbio, che non è certamente l’ultimo: per vincere il campionato, è meglio un allenatore che ha vinto tanto, che ha un unico credo (433), che applica indipendente dai giocatori a disposizione, o un allenatore che adegua il gioco della squadra alle caratteristiche di ognuno di loro? E’ sempre vero che “il piede invertito” mette il giocatore in condizione di giocare meglio? Ecco, queste sono le domande che vorrei che qualche addetto ai lavori facesse all’interessato di turno e rendesse pubbliche le risposte, sempre nell’ottica di poter “comprendere meglio” le scelte fatte di domenica in domenica. Non metto in discussione la capacità vincente del tecnico, ma se usasse un minimo di elasticità in più, anche nel corso della partita, forse ne gioverebbe tutta la squadra!

Altro aspetto che mi intriga non poco è il discorso “spogliatoio”: in campo, durante la partita, si palesa un certo “nervosismo interiore” che toglie lucidità, soprattutto nei minuti finali della gara (vero Capitan Settembrini, che ieri hai preso un’altra ammonizione assurda?) ed aumenta lo sforzo fisico, a tutto favore degli avversari! Chi potrà rispondere?

Ho comunque una certezza: se fino a sabato avevamo il 50-60% di possibilità di vittoria finale del campionato, oggi stimo tale disponibilità ad 10-15%, che potrà scendere o salire a seconda del risultato di mercoledì prossimo, quando ci sarà il recupero Pianese-Follonica Gavorrano; andare a – 5, con il Poggibonsi che ci ha messo il fiato sul collo, potrebbe essere complicato oltre misura. Perché diciamo sempre che “ancora c’è tempo”, ma teniamo presente il tempo passa, velocemente, ancora ne dobbiamo affrontare diverse di “squadre piccole”, intese come seconda e terza fascia! Dobbiamo metterci in testa che aver vinto, e continuare a vincere, continuare a vincere contro le prime forze del campionato, non basta, perché ogni partita porta, in realtà, solo 3, 1 o 0 punti!

Il tempo dei regali è finito da un pezzo, e non possiamo continuare a sperare nelle disavventure degli altri. Mettiamocelo bene in testa!

di Patrizio Blonda