RESTART – Il settore giovanile dell’Arezzo, una storia (seria) mai nata
Periodicamente nella storia della S.S. Arezzo (o US o AC o Atletico, perchè il nome è cambiato tante volte ma il ritornello è sempre stato lo stesso) si è magnificato della importanza del settore giovanile, del fatto di quanto fosse indispensabile questa attività nell’economia della società sportiva. Crescere ragazzi in casa e su questi costruire le fortune della squadra della nostra città. Tante belle parole ma nei fatti, a parte di rarissime eccezioni durate un attimo, è sempre svanito tutto nel nulla. Anche in alcuni momenti dove si era in grado di allestire formazioni competitive (e spesso infarcite di ragazzi “forestieri”), non siamo mai riusciti a dare seguito con continuità allo sviluppo del settore giovanile dell’Arezzo e il tutto ha portato sempre a disperdere quei pochi giocatori di livello che passavano per le squadre giovanili, non riuscendo a lasciare nessun segno o quasi nei conti economici della società. Le cause principali vanno ricercate secondo me nell’effimerità e instabilità delle proprietà che si sono succedute negli anni che non sono mai riuscite oltre che a creare strutture funzionali alle attività e alla selezione dei ragazzi, nemmeno a realizzare un legame forte con le altre società minori cittadine e della provincia con cui tessere reti di collaborazioni, anzi mettendosi spesso nella situazione di trovare ostilità e rivalità francamente inconcepibili. Sicuramente l’aspetto economico ha sempre influito molto su questi rapporti, L’Arezzo intesa come società sportiva non ha mai brillato per puntualità e precisione quando c’era da regolarizzare economicamente il passaggio di qualche ragazzo (e questo e’ un difetto che si è sempre trascinato in tutte le gestioni precedenti) e di fatto non è riuscita a fidelizzare nessuna delle migliori Academy del territorio, tanto è che oggi ci sono realtà cittadine e provinciali affiliate a società anche di medio livello come Modena, Siena, Perugia o Cesena per non parlare di Atalanta o Empoli.
Il secondo problema grosso è stato poi sempre quello delle strutture. Per fare settore giovanile sono indispensabili, è necessario avere impianti in grado di ospitare e rendere confortevoli le attività soprattutto dei più piccoli (e di conseguenza soddisfare le attese dei genitori, creando dei punti di ristoro e ritrovo). Qui veramente l’Arezzo è carente al massimo, solo negli ultimi anni è riuscita a recuperare i campini dell’antistadio, interrompendo un vergognoso peregrinare negli impianti del circondario, oltre che la struttura delle Caselle, la quale però versava in precarie condizioni di manutenzione, necessitando di notevoli investimenti per riportare i campi e gli annessi ai vecchi splendori.
Quando ho sentito che la società stava preparando una nuova ripartenza della scuola calcio e del settore giovanile in generale sono stato incuriosito da come questa proprietà volesse approcciare questa operazione restart, e nella conferenza stampa di presentazione mi sarei aspettato, visto anche che la MAG non ha mai lesinato investimenti, una partenza pesante, con magari la presentazione di una accordo importante con una delle realtà più presenti nel territorio (tipo Olmoponte o Arezzo Academy). Tutto questo in modo da poter operare subito con una base numerica rilevante di ragazzi e nuove strutture già funzionali e mettendo subito a regime una macchina che, forte delle esperienze di chi sviluppa settore giovanile con successo da anni, fosse già oleata e produttiva. Mi sono trovato invece di fronte come al solito a tante belle parole, la promessa di interventi alle Caselle, una nuova responsabile che dovrà coordinare le attivita (tra l’altro che viene da tutt’altre esperienze) e qualche poster pubblicitario per le vie della città e nel frattempo si è rimandato di due settimane l’open day, mentre la concorrenza cittadina, con la scusa dei campi solari, sono già settimane che invoglia e porta ragazzi nelle proprie strutture, limitando di fatto il bacino di potenziali interessati. Tutto questo rischia di vanificare anche la spinta emozionale che poteva generare la conquista del titolo italiano della categoria Primavera 3. Se questa è la ripartenza mi viene da dire che siamo già ad inseguire…
di Vecchia Guardia