Che brutto venerdì

In una giornata triste, legata al ricordo di una persona scomparsa, che ti risulta “cara” anche se nella vita non l’hai mai conosciuta, ma sai che alla tua vita appartiene, perché il suo nome era scritto quel giorno lontano portarono nella tua casa di Via Francesco Mochi, zona San Clemente, il tuo primo televisore in bianco e nero, un lusso per quei tempi, che non potevamo permetterci, ma che mio padre ottenne, pagandolo in cambiali, parecchie delle quali pagate in ritardo, ma evitando sempre di essere “protestato” perché era “vergogna”, e litigando per questo un giorno si e l’altro anche con mia madre, sul foglio della consegna, che mia madre firmò con riluttanza. Sai che quell’uomo, che tu non conosci, quando ogni mese mio padre andava là per chiedere uno, due, dieci giorni in più, dietro il primo no, concedeva poi sempre qualche giorno in più. Sai che quell’uomo, che faceva con te ciò che faceva con tutti gli altri nelle tue stesse condizioni, senza esitazione ci fece consegnare la prima lavatrice, perché “mia madre non poteva tutti i giorni lavare i panni di 5 figlioli”, pagando anche questa con cambiali che puntualmente, poi, veniva “prorogate”. Eppure non ti faceva storie, come magari altri creditori, che non esitavano a mandarti a casa “l’ufficiale giudiziario”, a sequestrare tutto quello che poteva essere sequestrato, e quando vedeva  il televisore e la lavatrice sentenziava: “portaiamo via questo e quella”, ai due fattorini; e mia madre che si opponeva, con tutte le sue forze, perché “quelli non erano nostri, ma “del Butali, che non abbiamo finito di pagarli”. 

Già, come fai a non piangere per una persona così, che era un Signore non solo con te, ma con tutti quelli come te, e che senza utilizzare i mezzi usurai di oggi, ha saputo diventare GRANDE, attraverso la sua UMANITA’? 

Ricordi di gioventù che riemergono dalla mente all’improvviso, e che ti senti di divulgare, perché è facile dire, a priori, è stato UNA GRANDE PERSONA, se non lo hai vissuto nella tua pelle.

Grazie, Cav. Butali, che la terra Le sia lieve!!!

Patrizio Blonda