Alò che s’arbeve – Trasferta di Monza

Duomo di Monza – Foto di francescogb da Wikipedia

Ancora una volta i nostri tifosi amaranto dal cuore impavido come Braveheart dovranno dirigersi nei dintorni di Milano per incitare il cavallo rampante. Monza che è la terza città per grandezza della Lombardia con 125000 abitanti è situata infatti a 10 km a nord della grande mela italiana, è la porta d’accesso alla Brianza ed è uno scrigno di tesori insospettabili. Nonostante la grande vicinanza al capoluogo, infatti, conserva la sua arte culturale e culinaria, Monza è stata fondata dai Celti, costruita ed ampliata dai Romani, abitata dai Longobardi e glorificata dagli Austriaci, Maria Teresa d’Austria volle costruire qui una reggia sul modello della Reggia di Caserta, la Villa Reale di Monza.

Villa Reale di Monza – Foto di PaoloBon140 da Wikipedia

Per i tifosi aretini che passeggiano in centro da visitare assolutamente Il Duomo di Monza, è grandioso, realizzato nel 595, bello il piazzale davanti, stupendi i restauri che lo rendono ancor più imponente, un vero gioiello da ammirare sia dal di fuori che nel suo interno, è reso ancora più prezioso dalla presenza della Cappella di Teodolinda le cui pareti sono completamente coperte di pitture rinascimentali che descrivono la vita di Teodolinda, regina dei Longobardi e dove è conservata la Corona ferrea, ovvero la corona imperiale usata per incoronare tutti gli imperatori da Carlo Magno in poi, da non perdere anche la Villa Reale di Monza che fu voluta nel ‘700 da Maria Teresa d’Austria per donarla al figlio Ferdinando, è una villa in stile neoclassico con raffinate rifiniture ed un enorme parco, al suo interno magnifiche sensazioni ti riportano indietro nel tempo. I giardini sul retro sono la porta d’ingresso al più famoso parco; il Parco di Monza, è il più grande parco recintato d’Europa e ti offre mille spunti dove si possono fare lunghissime passeggiate, andare in bici lungo il fiume Lambro, che lo attraversa interamente, oppure visitare cascine e mulini, potete visitare il Roseto Niso Fumagalli, curato in ogni dettaglio e con rose di varie nazioni e tipologie, poi costeggiare il laghetto pieno di tartarughe ed enormi carpe giapponesi, popolato da cigni, germani reali e pappagallini, dagli altri accessi si può camminare per ore nel verde, fare jogging con percorsi anche superiori a dieci chilometri, fare pic nic, pattinare su stradine ben asfaltate o girare in bicicletta… ci sono angoli di pura poesia, con distese di prati fioriti e in inverno di tappeti di foglie multicolori, una visita davvero da non perdere.

Parco di Monza – Foto di Ashley Pomeroy da Wikipedia

All’interno del parco c’è l’autodromo Nazionale di Monza, che è la pista ufficiale del Gran Premio d’Italia, dove si sono disputati 80 gran premi su 88, è il circuito automobilistico più antico del mondo tra quelli ancora in uso, gli appassionati di Formula Uno devono assolutamente fare visita al noto Museo della Velocità, l’autodromo e l’area circostante, sono accessibili quando non ci sono le gare. In cucina Monza è così vicina a Milano, eppure molto lontana, la città brianzola ci tiene a rivendicare con piccole ma sostanziali variazioni la sua autonomia. Il risotto, vanto del capoluogo milanese, a Monza diventa risotto con la luganega, la tipica salsiccia locale mentre gli ossibuchi a Monza si cucinano solo con i piselli. I piatti della tradizione culinaria brianzola che si sono conservati nel tempo sono : fra i primi spicca la panmoijaa, zuppa con lardo e pancetta tritati preparata con cipolla, aglio e prezzemolo, servita su fette di pane giallo ottenuto con farina bianca, farina di granoturco e segale, il risotto con la luganega, perfetto per l’inverno e per le giornate uggiose e nebbiose lombarde, ha un avvolgente sapore dolce ed è diventato il piatto simbolo di Monza, la luganega non è una salsiccia qualunque perché mostra un colore chiaro e un gusto particolarmente delicato, è a base di carne di suino, ed è insaporita da Grana Padano, Marsala e varie erbe naturali, i pizzoccheri, che sono uniti alla consistenza del grano saraceno e dal sapore filante del formaggio fuso, gli gnocchi al gorgonzola, gli gnocchi allo zafferano con broccoli e fonduta di caprino di Montevecchia, il risotto al bergamotto e prosecco, il risotto al pecorino Castelmagno di alpeggio D.O.P., il risotto con mascarpone e tartufo bianco, il risotto alle pere mantecato al taleggio DOP, il risotto con l’ossobuco, mentre, tra i secondi spiccano la busecca matta che significa trippa finta con striscioline di frittata, salsa di pomodoro, pancetta e altri segreti, ma il piatto più famoso in Brianza come sapete è la cazzoeula, difficile da pronunciare e da cucinare, si tratta di una specialità a base di costine e scarti del maiale, quali cotiche, piedini e muso, arricchito anche con salamini verzini, pancetta, lardo oltre al cavolo, carote e sedano, viene servito in genere con la polenta, poi il coniglio alla brianzola, le costolette di maiale con luganega, le costolette di agnello alla griglia con crema di castagne, il cervo cotto nel fieno e cannella, lo stufato di cervo con polenta taragna, l’ossobuco stufato in gremolada, il brasato di manzo con polenta taragna, el rustin negàa, nodino di vitello annegato nel vino bianco, la trippa detta buseca con aggiunta di ortaggi e fagioli, l’orecchia di elefante con rucola, pomodorini e patatine al forno che è la famosa cotoletta alla milanese.

La cassœula – Foto di Remulazz da Wikipedia

Nei dolci tipici abbiamo la torta paesana del michelasc, esistono molte varianti di torta paesana, la si trova di solito fatta con pane raffermo, fatto macerare nel latte e insaporito con cacao, pinoli, frutta candita e uvetta, il pane di San Gerardo, dolce fatto con zucchero, miele, frutta fresca, castagne candite, uva sultanina e mandorle, messo a lievitare 48 ore, il maisagià, dolce che rievoca le tradizioni di Vimercate, una pannocchia di pasta frolla con un tenero ripieno al cioccolato dal sapore di torta paesana , il pan tramvai, un dolce nato per i pendolari, fatto con l’uva in cassetta e uova, frutta secca, farina di mais, uvette e poi lievito madre, più burro e una manciata d’altri segreti, la cutiscia è una enorme frittella croccante del carnevale, la torta monzese pere e cioccolato, cioccolato fondente, burro, zucchero di canna, uova, qualche amaretto da sbriciolare finemente due cucchiai di farina, due pere dolci e un pizzico di cannella, il morus, è l’amaro made in Brianza, si tratta di un elaborato distillato di 38 °ma non è per tutti, fatto con un piacevole mix di erbe officinali e bacche di gelso nero, è stato prodotto e ideato da Gianfranco ed Ester, dal 1937 titolari della storica panetteria Beretta di Lesmo, un souvenir da riportare in Toscana.

Per gustare qualcuna di queste delizie io consiglio il ristorante Il Feudo Dei Sapori Via Antonio Gramsci 17, (prenotare prima) il miglior ossobuco di Monza senza spendere un botto. Per digerire un bel piatto di cazzoeula, io consiglio un vino corposo, intenso, come un intramontabile Nebbiolo : Vino PARADISO Valtellina Superiore D.O.C.G. RISERVA 2015 Pietro Nera, (28 €) ottenuto da uve Nebbiolo, localmente denominate Chiavennasca e da uve autoctone e storiche quali Pignola e Rossola, esclusiva produzione della Casa Vinicola Pietro Nera, colore rosso rubino lucente che con l’invecchiamento tende al granata, profumo delicato dal sentore di fiori viola e di piccoli frutti di bosco, sapore piacevolmente sensuale, tannico, ed armonico. E poi tutti ebbri, esaltati e infatuati da un sentimento, e da una passione forte che offusca il retto giudizio, andiamo al “Brianteo” a prendere la seconda vittoria in trasferta.

a cura di Mourigno