Due chiacchiere con Christian Salvadori

Appena ho saputo della notizia della nomina di Christian Salvadori come responsabile scouting dell’Arezzo ho subito pensato ad intervistarlo data l’amicizia ultratrentennale che mi lega a lui e tenuto conto del suo lungo e variopinto passato con il nostro Arezzo, avendo rivestito più ruoli in maglia amaranto.

Il tuo rapporto con l’Arezzo?

“Come ben sai per prima cosa sono da sempre tifosissimo dell’Arezzo, avendo ricevuto tale passione da mio padre e da mio fratello maggiore. Fin da bambino ho seguito la squadra ed il primo ricordo che mi lega alla maglia amaranto è stata una partita di serie B nella stagione 82/83 quando con il mio babbo e mio fratello Hermann siamo andati in Tribuna inferiore. Poi ho continuato a seguirla in casa, prima in maratona e poi in curva sud ed in trasferta.”

La tua esperienza con l’Arezzo ti ha portato a rivestire molti ruoli.

Ti devo dire che sono stato, anche se breve periodo, un giocatore amaranto. Infatti dopo il primo fallimento del 1993, venne affidato l’incarico a Mario Palazzi di scegliere ragazzi di Arezzo che avrebbero potuto formare la prima squadra e vennero selezionati molti giovani delle squadre di città, tra cui io che provenivo dal Santa Firmina; poi si scelse di tenere i ragazzi più grandi ed io che al tempo avevo 16 anni tornai in gialloverde.

E poi come massaggiatore?

Nel 1999 avevo finito il corso per Fisioterapista e venni scelto dal responsabile medico di allora, il Dott. Gianni Ricci, per affiancare il fisioterapista principale Paolo Mencaroni, che già seguiva la prima squadra. Per me era una grande emozione – tanto che sarei dovuto partire per l’interrail, ma detti via i biglietti!! –  perchè mi trovavo quotidianamente a stretto contatto con giocatori che fino a poco tempo prima avevo osannato dalla Curva e mi confrontavo con Serse Cosmi e Walter Sabatini.
Ti racconto un piccolo aneddoto: eravamo a Catania e la sera prima della partita Maurizio Rinino aveva un piccolo problema al polpaccio; il ragazzo avrebbe voluto giocare e discuteva con il mister ed il Ds, quando intervenni io dicendo che secondo me, che lo avevo percepito durante un massaggio al polpaccio, c’era un piccolo stiramento ai gemelli e che farlo giocare avrebbe compromesso il proseguo della sua stagione. Sabatini mi guardò e tra il serio ed il faceto mi disse: “se hai ragione rimani con noi, altrimenti ti licenzio subito!”. L’ecografia avallò la mia intuizione e da quel giorno in poi tutti volevano farsi massaggiare soltanto da me!! Poi sono rimasto ad Arezzo fino al 2001 in quel ruolo e poi ho scelto altre strade!

E come mai a distanza di quasi 20 anni ti ritroviamo ad Arezzo come Responsabile Scouting?

Durante la mia esperienza ad Arezzo ho stretto un bel rapporto professionale con Sabatini ed appena lasciato gli amaranto, mi sono dedicato a fare l’osservatore personale per conto del Direttore, che è stato colui che mi ha incanalato in questo settore. Vedevo valanghe di partite dal vivo ed in televisione – circa 800 all’anno-, appuntavo ogni cosa e ho creato un mio archivio personale nel quale sono stati censiti e valutati centinaia di giocatori, di cui poi discutevamo con Sabatini ed i suoi collaboratori.
Poi ho fatto il DS alla Sansovino con un debuttante Ciccio Baiano in panchina, poi il DS alla Massese in D, poi responsabile Area Tecnica alla Sangiustese in C2, ho lavorato al Riccione – dove ho visto da vicino il modus operandi di Pieroni, su cui mi riservo ogni giudizio – sono tornato da DS alla Sansovino, ho lavorato alla Sangiovannese con il Presidente Grazi, ho fatto ancora il DS alla Bucinese, ho avuto esperienze all’estero con il River Plate, come consulente di mercato e con l’Ibiza, però, mantenendo i contatti e la passione per il calcio giovanile e con quell’occhio da osservatore, che per me rimane il ruolo più importante in questo sport; infine la stagione scorsa ho collaborato con l’Unipomezia.

Christian Salvadori con Massimo Pavanel

E, quindi come sei stato contattato dalla dirigenza attuale?

Premetto che sono molto amico di Roberto Muzzi, che reputo un uomo eccezionale, oltre che un professionista di livello e nel quale ripongo grandissima fiducia anche per il suo ruolo in amaranto. Abbiamo stretto un ottimo rapporto umano e professionale e, pertanto, quando Roberto è diventato Responsabile del Settore Giovanile dell’Arezzo, ha ritenuto che una figura con la mia esperienza fosse adatta e rivestire il ruolo di Responsabile Scouting e, ovviamente, per me è stata una gioia immensa poter tornare a lavorare per la mia squadra e nella mia città.
Ci tengo a precisare che il mio ruolo concerne l’osservazione e la valutazione di molti giocatori giovani che possano essere appetibili sia per la prima squadra sia per il settore giovanile.

Impressioni e giudizi sulla nuova società

Innanzitutto devo dire che questa dirigenza ha voglia di investire sull’Arezzo e su Arezzo ed ha fatto subito capire che, oltre all’aspetto sportivo, dovrà seguire di pari passo anche un aspetto economico e finanziario. Poi devo dirti che il loro gruppo, che gode di grande stabilità, vuole sempre espandersi ed aumentare la propria solidità.
Riccardo Fabbro è un dirigente giovane, ma molto preparato e desideroso di operare bene nella nuova società, tanto che per prima cosa ha strutturato un preciso organigramma con tutti i ruoli ben definiti.
Il direttore Giuseppe Di Bari, con il quale mi rapporto quotidianamente, è una persona che sa ascoltare ed ha quella dote innata di darti serenità; tutto ciò permette anche ai collaboratori di lavorare con calma e passione. Avendo conosciuto molti dirigenti nella mia carriera ti dico che una dote del genere è difficile trovarla nei direttori sportivi.

Parlaci di questo Nsumbu che tu hai scoperto?

Andy Nsumbu l’ho visto la prima volta ad Amsterdam durante un torneo giovanile con la maglia dell’Anderlecht e mi ha subito impressionato per le grandi doti fisiche e per la sua capacità di giocare con entrambi i piedi. Mi sono messo subito in contatto con il suo procuratore francese, che è un mio amico, e ho promesso che lo avrei portato in Italia nel calcio professionistico.
L’anno scorso, però, l’unica squadra che poteva tesserarlo immediatamente era l’Unipomezia, militante nell’Eccellenza Romana, che è un campionato non molto tecnico, ma probante dal punto di vista fisico e caratteriale e, quindi, sarebbe stato un bel banco di prova per il ragazzo; Andy fin sa subito si è messo a disposizione di mister Grossi, evidenziando tutte le sue doti, tanto che ha segnato 13 reti e ha fornito 5 assist, prima che l’emergenza Covid sospendesse tutti i campionati.
É un ragazzo che ha voglia di emergere e prospetto per lui un futuro roseo; così su due piedi per me può diventare un buon giocatore di serie B e, visto che mi hai chiesto di fare un paragone, con le dovute proporzioni ti direi che assomiglia ad un Kalou – ex Chelsea – con l’esplosività di Boga del Sassuolo.
Nella prima amichevole giocata contro la Pianese (venerdì 18/9), pur giocando solo 15 minuti, mi ha impressionato la voglia e la grinta con la quale è entrato in campo, segno che la stagione passata in un campionato difficile come quello dell’Eccellenza Romana, gli è stato di insegnamento.

Che futuro avrà l’Arezzo con la nuova società?

Posso dire con certezza che avrà un futuro solido e serio, con una dirigenza che farà i passi misurati, senza commettere gli errori delle precedenti gestioni, in modo che tutto venga fatto nella massima trasparenza.
Da tifoso dell’Arezzo, prima che da tesserato, posso dire di essere molto fiducioso.

Concludo con un po’ di amarcord. Il giocatore amaranto e la partita a cui sei più legato?

La risposta è difficile perchè sono stato legato per vari motivi a tanti giocatori, ma faccio due nomi. Bobo Pilleddu per quel suo essere un capo popolo, un vero trascinatore fuori e dentro il campo, mentre come calciatore il mio preferito è stato Mario Frick, perchè era veramente un fenomeno.
Per quanto riguarda la partita, mi vengo subito alla mente i flash legati ad Arezzo- Campobasso con la rovesciata di Menchino o l’esodo di Pistoia, ma mi piace ricordare una partita che ho vissuto personalmente da vicino in panchina; era Atletico Catania-Arezzo 0-1 con rete di Bazzani al 90esimo, fu una gioia incontenibile.

di David Bondi