La Storia siamo Noi – MARIO PALAZZI

Mario Palazzi è il classico aretino schietto e verace che ama parlare a raccontare la storia di un uomo che è nel mondo del calcio da 50 anni e che quando parla dell’Arezzo trasmette una passione incredibile.

Sei nato ad Arezzo e dove?

Sono nato e vissuto ad Olmo –  deve essere una buona zona perchè qualche km più in là, a Sant’Andrea a Pigli, c’è nato Menchino ndr – e fin da bambino sono stato attaccato e legato ai colori amaranto.

Eri tifoso e chi erano i tuoi miti?

È sempre stata la mia squadra del cuore ed il coronamento del mio sogno fu giocare nelle giovanili e, poi, potermi allenare con la prima squadra. I miei riferimenti dell’epoca erano Fara, che per me è stato un giocatore fantastico, Musa, Marmo, Mujesan e tutti gli altri importanti giocatori che, soprattutto, nel 1972/73 disputarono una buona stagione in serie B.

Di alcuni sono, poi, stato anche compagno di squadra e grande amico e mi ricordo con grande piacere i vari Bennati, Papadolupo, Cencetti, che, oltretutto, erano giocatori importanti.

Giovanili ed esordio in prima squadra, ricordi una partita in particolare.

Ho debuttato nella stagione 1975/76 (Arezzo-Spezia 1a1 8 febbraio 1976) ed avrei segnato con il sinistro, ma essendo stato deviata la rete venne indicata come autogol. Mi ricordo che in sala stampa andavo a cercare i giornalisti per chiedere la paternità del goal, ma all’epoca le reti con deviazione non esistevano ed, infatti, negli almanacchi viene indicata l’autorete di Caocci.

Fu una giornata fantastica per un ragazzo di 21 anni che esordiva con la maglia della sua città;  mi ricordo che mi marcasse un certo Giulietti, che era considerato all’epoca uno dei marcatori più duri. Infatti ai tempi era difficile fare la punta, ma io ero uno che non si tirava indietro.

Che giocatore era Mario Palazzi?

Mario Palazzi era un attaccante generoso, che svariava su tutto il fronte di attacco, abile nel dare una mano alla squadra e tignoso da affrontare per gli avversari; non avevo paura di prendere le botte e non mollavo mai.

Chi ti ricordi tra i compagni e del mister?

Toneatto era un mister eccezionale perchè, nonostante fossi molto giovane, mi aveva dato fiducia ed aveva creduto nelle mie potenzialità. Poi Toneatto era un maestro anche di vita, perchè aveva creato uno splendido gruppo. C’erano un rispetto ed un’educazione soprattutto verso i giocatori “anziani”, che farebbero bene ad insegnare ai giovani di oggi. Con i compagni avevo uno splendido rapporto con tutti, sopratutto con Ballacci (figlio del mister), Butelli, Pasquali, Zampolini ecc.

Perchè Mario Palazzi non è rimasto ad Arezzo come calciatore?

Dopo la prima stagione in cui feci complessivamente 10 presenze ( 7 in campionato e 3 in Coppa Italia), venni mandato a farmi le ossa alla Rondinella e disputai un buon campionato.

Così l’anno dopo (1977/78)  tornai ad Arezzo sotto la guida di mister Dino Ballacci ed in un Arezzo formato da giocatori giovani e molto forti, tanto che venne disputata un  grande stagione in serie C. Purtroppo, la mia seconda avventura in amaranto durò pochissimo perchè durante la partita Arezzo-Prato (III° giornata 77/78) venni sostituito, mi arrabbiai perchè avevo giocato bene e mandai a quel paese in modo plateale il mister Ballacci, che non me la perdonò.

Mi dispiacque tantissimo perchè fu un gesto istintivo, ma dovetti lasciare l’Arezzo e tornai alla Rondinella. Da quel momento la mia carriera (ha giocato a Livorno dove vinse un campionato, a Reggio Emilia, a Mantova ecc.) continuò in altre piazze, ma purtroppo non ho mai avuto la possibilità di tornare ad Arezzo.

E come ci sei tornato?

Nell’estate del 1993, dopo il doloroso fallimento dell’Arezzo, venni chiamato da Ciccio Graziani per formare una squadra primavera con tutti i ragazzi più promettenti, che giocavano nelle giovanili delle formazioni dell’Aretino. Formammo un gruppo ben affiatato e ricreammo un discreto entusiasmo, facendo anche risultati importanti.

Poi, dopo alcune esperienze come mister in serie D, sei tornato nuovamente

Poi sono tornato ad Arezzo come allenatore delle giovanili e nel 1997 feci il corso da allenatori insieme a Serse e lì ci conoscemmo molto bene.

Nel 1999/2000, il vice di Cosmi, Camozzi dovette lasciare per motivi personali, e Serse mi chiese di sostituirlo. Ovviamente non ci pensai neanche un minuto ed accettai immediatamente.

Oltretutto quella stagione, l’ultima di Serse in Amaranto, fu bellissima perchè centrammo i playoff in un girone difficilissimo e perchè venne creato un gruppo splendido con Bazzani, Tarana, Rinino, Ottolina, Tardioli, Roberto Bacci, Di Loreto, Martinetti, Grilli, Di Sauro ecc…..era tutti ragazzi fantastici. Facevamo un 424 che ai tempi era agli albori e che produceva un grande calcio.

Hai mai avuto la possibilità di venire sulla panchina amaranto?

Purtroppo non c’è mai stato nessuna situazione che mi ha portato sulla panchina amaranto. Ovviamente, mi sarebbe piaciuto, ma a parte qualche battuta con i vari dirigenti, non c’è stato nulla.

Da 2 anni sei allenatore delle giovanili, qual è il giocatore di cui sei più orgoglioso e secondo te potrebbe fare bene in prima squadra?

In questo momento la fase di crescita sta coinvolgendo tanti ragazzi, ma sicuramente quello che è maturato maggiormente è Diego Zuppel, che sta lavorando duramente ed ha buoni margini di miglioramento. Ovviamente deve sudare, apprendere da tutti ed in questo modo potrà dire la sua anche nel calcio professionistico.

Quale sarà il futuro di Mario Palazzi?

Intanto, dobbiamo proseguire questa stagione – i campionati giovanili sono ripartiti il 20 febbraio – che è stata ed è veramente strana a causa della pandemia generale. Nelle giovanili amaranto mi trovo molto bene ed i ragazzi, pur con le difficoltà del momento, mi seguono con entusiamo.

Cosa ha rappresentato e rappresenta per te l’Arezzo?

L’Arezzo per Mario Palazzi rappresenta molto, ma vorrei che rappresentasse ancora di più.

Tutto mi lega ad Arezzo, ma vorrei che questa storia con l’Arezzo riservasse ancora capitoli importanti. L’amore che ho per questa maglia e per squadra è immenso.

Aneddotto

Un ricordo particolare mi riporta alla prima stagione di Serse Cosmi sulla panchina dell’Arezzo (1995/96), perchè alla I° giornata ci fu la partita Gubbio-Arezzo ed io ero il mister degli eugubini. Fu una bella emozione perchè da aretino passionale come me, affrontare l’Arezzo, rivestiva sempre qualcosa di speciale.

Allora, caro Mario, per chiudere il cerchio perfetto dovresti fare il mister in prima squadra e, sinceramente, in questa annata strana, secondo me, specialmente dopo l’allontanamento di Potenza ci sarebbe voluto un Mario Palazzi, che con la sua grinta e la sua aretinità avrebbe fatto capire ai giocatori cosa significhi Arezzo!!!!

di David Bondi