Tutti giù dal carro

Con la sconfitta di sabato pomeriggio a Città di Castello contro il Trestina e il conseguente abbandono delle residue speranze di poter continuare a lottare per la vittoria finale del campionato, è cominciata la precipitosa discesa dalla biga romana di tutta quella parte della stampa e della tifoseria asservita al generoso padrone romano e di cui fino ad ora ne aveva cantato ed esaltato le “lodi”.

Ma lodi di che verrebbe da dire in 18 mesi di proprietà S.P.Q.R. la parte sportiva è stata depauperata di una categoria professionistica, ostaggio di strategie tecniche ed economiche incomprensibili (ai più ma non a loro) con vorticosi giri di giocatori, allenatori, direttori sportivi e tecnici, finanche di presidenti. Cambiare tutto perché nulla cambi, avrebbe detto qualcuno e in effetti nulla è cambiato di questo strazio. La squadra della mia città ha continuato ad inanellare sconfitte e sberleffi su tutti i campi d’Italia e ora anche della provincia e del comprensorio. Tutto questo senza che nessuno, al di fuori di qualche labile voce tacciata di complottismo e di provenire da corvi, proferisse parola. Come non considerare inoltre il tentativo, da parte di amici e amici degli amici, di zittire chi tentasse di protestare o muovere appunti. Per non parlare poi dell’aspetto economico, con un Cavallino gravato e piegato dai debiti di queste scellerate gestioni. Una società che, al di fuori della politica dell’annuncio suonata a grancassa dai propri scrivani, non è riuscita a creare un legame empatico e sociale con la città. In 2 anni una mano di vernice stesa malamente sulla facciata del comunale, una “bottega” aperta in centro e una tessera (DNA Amaranto), che dovrebbe fidelizzare ed esaltare il nostro essere amaranto e tante chiacchiere vuote.  Noi tifosi non abbiamo bisogno di una tessera che stia a ricordarci chi siamo, lo abbiamo dimostrato tutto l’anno e anche sabato a Città di Castello, presentandoci numerosi come sempre, nonostante i risultati negativi e le delusioni patite e prestando nuovamente il fianco, dopo l’indegna prestazione degli ectoplasmi vestiti di amaranto, agli sberleffi degli avversari, quelli sì “del paese” come ci avete sempre voluto apostrofare.

Ma adesso basta, la misura è colma e se non fosse bastata la sconfitta, anche l’allontanamento di mister Sussi per richiamare un allenatore palesemente inadeguato per la categoria e la piazza, è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno di incazzature derivanti dalla vostra incapacità, dal vostro fallimento e dalle bugie raccontate. Ve lo dico con tutto il cuore, il vostro tempo è scaduto, passate alla cassa, pagate TUTTI I DEBITI che avete creato e tornatevene ai vostri affari, ma non al 99% ma al 100%.

di Vecchia Guardia