Il tempo delle attese


Scorre lento, il tempo, anche se il lavoro incombe (la pausa forzata di circa 20 giorni si fa sentire tutta, ed il lavoro si è accumulato in maniera abnorme) e gli aggiornamenti sulla squadra latitano, com’è giusto che sia, visto che poi tutto sembra svolgersi nella massima tranquillità e serenità.

Ce n’era bisogno, inutile nasconderlo: dopo i venti di tempesta, che sembrano definitivamente acquietati perché, tra l’altro, la telenovela ripescaggio è ulteriormente scivolata verso il 2 agosto, e non è neppure tanto scontato che la Torres venga ripescata (cose così, all’italiana, dove tutto è certo ciò che naviga nell’incertezza quotidiana, ma di questo ne riparleremo alle prime nubi che sicuramente si addenseranno sui cieli della Lega Pro subito dopo l’inizio del campionato).

Invidio un po’ gli amici che, abitando ad Arezzo, di tanto in tanto possono “distrarsi” e “godersi” i primi passi del nuovo Arezzo, mentre, vista la rinuncia del Gubbio all’amichevole di mercoledì prossimo, il calendario della preparazione precampionato, che si sta svolgendo proprio allo stadio, sotto gli occhi di tutti è stato rivisto e modificato; doveva esserci la prima amichevole stagionale, il primo “calcio giocato”, ma è slittata a mercoledì prossimo, non più in serata, ma nel tardo pomeriggio, e questo mi impedirà di esserci.

Non lo nego: “l’astinenza da calcio giocato” mi sta pesando, ed un riflesso incondizionato (se non gioca l’Arezzo, non è calcio che mi interessa), mi porta ad evitare di “guardare” altre partite, non solo delle squadre italiane, ma anche di quelle estere. 

Spero, auspico, che in qualche modo, anche se costretto al lavoro, possa seguire (mi andrebbe bene anche una differita, sia chiaro) la prima uscita degli amaranto, per poi potersi gustare “le chiacchiere del dopo gara”, avere le prime sensazioni; il calcio estivo conta poco o nulla, ma serve a dare indicazioni precise, a prescindere da quali saranno i risultati.

Ed ecco allora che mi è venuta l’idea di scrivere qualcosa, anche se parlo del nulla: ma anche il nulla, se serve ad alimentare le quattro chiacchiere da bar, giusto per spezzare la noia, si può descrivere, ed anche del nulla parlare, soprattutto se quel “nulla” è un primo importante segnale: la tranquillità che sembra alimentare il gruppo, la serenità con la quale i giocatori sembrano accettare gli sforzi fisici ed atletici (bisogna mettere benzina nelle gambe) senza mai un lamento, ecco, sono segnali incoraggianti, che servono a cementare il gruppo, elemento essenziale per arrivare al traguardo senza sorprese.

Parliamone, allora, di questo nulla, perché tutto quanto parla dell’Arezzo è linfa vitale per chi la passione la porta nel cuore.


di Patrizio Blonda