Pillole amaranto – Il Circolo Amaranto

Posto nel vicolo Pietro Da Cortona, accanto alla piazzetta dove ora si erge Tiger, è stato meta fissa dei tifosi amaranto a partire dagli anni 60 fino alla chiusura avvenuta nel 2014. Il Circolo Amaranto ha rappresentato per generazioni “il” punto di ritrovo dove parlare, discutere, comprare biglietti per lo stadio e per le trasferte del nostro amato Arezzo, agevolato dal fatto che fino ai primi anni 80 al piano superiore vi era la sede della società ed era facile incontrare calciatori, dirigenti e nuovi acquisti. Nella nostra giovinezza, è stato  punto strategico per i “chiodi” da scuola, con i videogiochi, il biliardo e soprattutto le schiacciatine per colazione, il tutto condito dal piacevole sottofondo di interminabili discussioni calcistiche, dove non di rado potevi trovare capannelli di tantissime persone arringate dalla voce del Mencaroni, storico tifoso aretino di quei tempi, o dai richiami, quando i toni si alzavano, del mitico Steno, gestore insieme a Nando per tanti anni.
Mitiche le affollatissime domeniche passate all’ascolto delle prime radiocronache delle radio amatoriali al termine delle quali, Steno si arrampicava sul bancone laterale e aggiornava i risultati e la classifica spostando nomi di squadre e numeri su di un tabellone, che per quei tempi sapeva di modernissimo e mentre fuori imperversavano le discussioni sulla partita, sui moduli e sui giocatori, il tutto senza aver visto niente, ma sull’onda delle emozioni trasmesse dalla radio. Erano i tempi in cui per vedere qualche immagine bisognava aspettare 90′ minuto, le pay TV dovevano essere ancora partorite e la nostra immaginazione e/o emozione all’evento sportivo dell’ Arezzo  dipendeva esclusivamente dalle telefonate e radiocronache del Settimelli, del Frangipane  e altri veri pionieri  nella nostra città della comunicazione sportiva. Il Circolo Amaranto non è stato solo un bar, generazioni di tifosi sono cresciute e hanno cominciato a seguire l’Arezzo sulla scia della frequentazione di questo luogo, le foto sulle pareti erano testimonianza fedele di un’epoca passata, la scuola dove imparare  la storia di questa gloriosa società. Le prime foto del Locci, che immortalavano la tifoseria allo stadio, diventarono un evento, in esse tutti i partecipanti si ricercavano e le acquistavano per documentare un ricordo, in anticipo sui tempi di oggi dove il selfie cerca di fermare il tempo e un luogo. Negli anni a seguire, il trasferimento della sede dell’U.S. Arezzo, in altri locali, unitamente alla scomparsa di personaggi storici del tifo aretino e la crisi economica, che ha portato al cambio di varie gestioni del bar, sono state le cause che hanno determinato un allontanamento sempre più marcato da questo luogo di ritrovo fino alla chiusura avvenuta come detto nel 2014.

Per noi tifosi con i capelli bianchi, passare davanti alla piazzetta e vedere quella serranda abbassata è sempre un tuffo al cuore e la memoria torna a un modo di vivere e sognare le partite che ci ha accompagnato e fatto conoscere storie e emozioni indimenticabili.

Di Vecchia Guardia