Illustri opinioni | Il commento delle bandiere amaranto sulla difficile situazione attuale

Alla luce della situazione sportivamente drammatica dell’Arezzo ed all’atteggiamento dimesso e pauroso della squadra, abbiamo chiesto ad importanti bandiere amaranto come valutino questo momento e quale possa essere la strada giusta per uscire da questo incubo. Non molliamo di un centimetro, ma i giocatori ed i dirigenti, Muzzi e De Vito in primiis, devono darci segnali di vita e di attaccamento, perchè tutto passa, la maglia amaranto rimane e questa deve essere onorata. Sempre!!

STEFANO BUTTI ( 348 presenze tra campionato e Coppa Italia)

La situazione attuale è drammatica anche perché la società si è mossa male inizialmente prendendo giocatori non di categoria e, poi, visti i risultati è stata costretta a investire ed a prendere giocatori svincolati che, però, erano fuori condizione perché non giocavano da tantissimo; poi tutti questi nuovi arrivi, i ripetuti cambi di allenatori e dirigenti hanno creato confusione e portato a questo punto veramente difficile.

Adesso la rosa è formata, ma non c’è un gruppo e non c’è un’unità di intenti. Poi questa idea del silenzio stampa che non va bene perché comunque la faccia ci va messa sempre e mi pare che in questa situazione manchi assolutamente una figura dirigenziale importante, che si rapporti con l’ambiente, parlando con i tifosi.

Certamente anche per il mister adesso è difficile amalgamare un gruppo che, comunque, sta facendo i risultati ampiamente al di sotto delle proprie possibilità; in particolar modo la partita con il Gubbio sarebbe potuto essere un punto di svolta ed, invece, l’Arezzo ha deluso ancora. Poi, ripeto, anche la scelta dei nuovi giocatori è stata sbagliata, basti pensare che sono state prese due nuove punte (Perez e Carletti) ed entrambi venivano da problemi fisici, che si sono acuiti dopo la prima apparizione in amaranto; il vero problema rimane quello di aver sbagliato all’inizio a non formare uno zoccolo duro con cui lavorare giorno dopo giorno. Infatti, questi giocatori non si aiutano tra loro, non condividono tutti lo stesso obiettivo e per questo in campo sembrano tanti singoli che giocano solo per se stessi. Se guardi squadre come Imolese e Vis Pesaro hanno preso sonore sconfitte, ma hanno anche fatto risultato andandosi a giocare le partite.

Adesso il mister deve fare quadrato, individuare 24 giocatori e ripartire da loro per tentare di raggiungere l’obiettivo dei playout, ma per fare questo ci vuole un gruppo unito e compatto. La squadra e la dirigenza lo deve a questo pubblico fantastico ed a una città che ti permette di lavorare in tranquillità. La smettano di allenarsi allo stadio e tornino ai campini, dove hai la possibilità di confrontarti con i tifosi, ricevendo applausi ed insulti, ma mettendoci sempre la faccia, come facevamo noi! Poi Ancora ce la possiamo fare, ma i primi a crederci devono essere i calciatori ed i dirigenti!! Forza Arezzo!

ANDREA MANGONI (272 presenze tra campionato e Coppa Italia)

Voglio ripartire da quella collinetta sopra lo stadio, dove tutti quei tifosi hanno incitato la squadra prima della partita di Perugia! Dobbiamo ripartire da lì e dalla voglia e dalla passione di questa splendida tifoseria!La situazione amaranto è molto delicata e da prendere con le molle, proprio perché è un momento triste perché questa classifica piange e mi dispiace molto per questa nuova società che sta investendo, ma non ottiene i risultati voluti. Dico ai tifosi di aspettare e crederci perché possiamo ancora farcela attraverso i playout, ma dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, lavorando sodo ed a testa bassa. Stringiamoci intorno al mister Stellone, che deve creare un gruppo unito e compatto e scegliere i giocatori giusti che,  secondo la sua esperienza, possono dare un contributo importante per la squadra. Non è facile allenare gruppi troppo numerosi perchè sono tanti i calciatori che non giocano e non è semplice creare un gruppo coeso in queste situazioni, ma ci devono provare perchè la città ed i tifosi si meritano il massimo dell’impegno e del sacrificio. Ripartiamo da quella collinetta e crediamoci perchè la strada è lunga. Un abbraccio a tutti gli sportivi ed un grosso in bocca al lupo al mister Stellone, alla società e ai ragazzi!!

ANDREA BRICCA (186 presenze tra campionato e Coppa Italia)

La situazione, ovviamente, è difficilissima, e mi ricorda quella che ho vissuto i primi due anni ad Arezzo, quando c’era un Presidente alla Mancini che investiva e quando i risultati non arrivavano; abbiamo cambiato tanti allenatori, tanti dirigenti e ci allenavamo in più di 30 giocatori e capisco bene come tutto sia difficilissimo. Però ora è necessario che la squadra si compatti e che mister Stellone, tecnico importante per la categoria, trovi un amalgama importante e crei un gruppo che punti e persegua un obiettivo preciso. Essendoci già passato mi viene da dire di fare una cosa molto semplice nel senso che ogni singolo giocatore, anzi ogni componente dell’Arezzo, deve porsi un obiettivo, trovando la giusta carica interna, e dare qualcosa in più; perchè se ognuno sarà in grado di dare qualcosa, questo diventare parte di un insieme sicuramente cambierà l’esito della stagione. Tutti devono aiutarsi, tutti devono lottare per raggiungere il risultato e tutti devono dare di più per questa maglia! Così ne usciremo sicuramente! Forza Ragazzi!

MASSIMO QUERCIOLI (132 presenze tra campionato e Coppa Italia)

La sconfitta a Perugia mi ha fatto male perchè è avvenuta in modo netto e senza scusanti; nessuno ha lottato per questa maglia e queste sono cose che mi fanno “incazzare” perchè ai nostri tempi non sarebbe mai successo! Avessi fatto quegli errori in marcatura, Angelillo non mi avrebbe più fatto giocare e negli spogliatoi i miei compagni mi avrebbero messo le mani addosso!! In questa squadra mancano i leader (noi nell’anno della vittoria del campionato ne avevamo 4: Pellicanò, Zanin, Zandonà e Gritti), mancano i valori e manca l’attaccamento alla maglia!! Non dico nulla sulla società perchè mi pare abbia speso cifre importanti, ma manca da agosto un progetto tecnico, mancano i dirigenti, manca un gruppo vero su cui costruire e rinforzare la squadra, tanto che Arezzo sembra un porto di mare con giocatori che vanno e vengono e quelli che scendono in campo sono svogliati e senza mordente!! Angelillo sceglieva i giocatori e creava per prima cosa un gruppo, mentre ora l’allenatore non conosce i giocatori, tanto che vengono messi in campo in tanti ruoli sbagliati. Abbiamo inanellato una serie di sconfitte e di figuracce che mi fanno sussultare, anche perchè con dei tifosi così, i giocatori dovrebbero tirare fuori l’orgoglio e la voglia di combattere ed invece sono mosci! Noi del vecchio gruppo siamo tutti over 60, ma 20 minuti a calcetto contro l’Arezzo di oggi ce li farei volentieri; da una parte l’Arezzo di oggi e dall’altra io, Butti, Mangoni, Zandonà e altri: capirebbero subito come si gioca e cosa vuol dire indossare la maglia amaranto!!

a cura di David Bondi