Squadre B: perchè NO! perchè SI?

Il Campionato  di serie C, oggi diviso in 3 gironi di 20 ciascuno (Nord – Centro – Sud, la prima storica suddivisione, oggi trasformata in una più “costosa” Nord-Ovest-Centro, il Girone A, Nord-Est-Centro il girone B, Centro-Sud il girone C, dove nel girone A vengono di solito allocate le formazioni della Sardegna, ed in quello C quelle siciliane); è, senza ombra di dubbio, il campionato più complicato, visto che è il terzo campionato professionistico spesso “schiacciato” dai costi esagerati: qui confluivano, fino a pochi anni fa, i calciatori destinati, per lo più, al “pensionamento”, che però “esigevano” stipendi commisurati alla loro carriera agonistica, e poco era lo spazio destinato, al contrario, ai giovani di belle speranze.

Per ovviare a queste “discrepanze” la Lega Pro ha inizialmente elaborato un primo progetto (sulla base di quanto avveniva nella Lega Dilettanti), che prevedeva un impiego di giovani che andavano dal numero obbligatorio (con sostituzione dei pari età!) dei giovani utilizzati, fino al contributo elargito in base ai minuti di gioco degli stessi nel corso del campionato e degli altri tornei organizzati dalla Lega stessa (in primis Coppa Italia di categoria), collegato direttamente al “minutaggio” di queste “giovani promesse” (cosiddetta Legge Melandri); ci si è accorti, però che questi “obblighi” facevano si che venissero schierati giovani non per “merito” (doti tecniche degne di essere messe in evidenza), ma per “numero” (basta far giocare un giovane con fascia di età equivalente, vada come vada), andando così a discapito dello spettacolo vero e proprio. Tutto questo meccanismo aveva generato uno smodato utilizzo dei cosiddetti “prestiti a progetto” che nascondevano accordi ben diversi; oggi, con una nuova modifica, si è pensato alla “limitazione di prestiti dalle squadre dei campionati maggiori” stringendo il numero ad un massimo di 6.

Occorre, adesso, fare un passo indietro: in realtà, in Italia, come all’estero, i campionati professionistici hanno anche altri campionati, oltre alla classica Serie A, Serie B e Serie C: la A e la B, hanno un campionato collaterale, Campionato Primavera, destinato agli “Under 21”, mentre lo stesso analogo campionato, per la Serie C, è il “Campionato Berretti”. Ed è proprio a questi livelli, che si crea, però è un mio punto di vista, la prima discrepanza: il campionato Primavera è visibile, anche se in misura ridotta, su canali nazionali e su quelli a pagamento (Sport Italia e Sky, tanto per intendersi; occorre segnalare che le squadre Primavera di quelle impegnate nella Champions, partecipano anche alla coppa “Youth League”, anch’essa trasmessa da Sky!), e va ad incrementare i già cospicui introiti dai “contributi televisivi” delle squadre di quei Campionati, mentre il campionato “Berretti” gode di visibilità, con visione in streaming, solo nella fase finale. Proprio il nocciolo della “ripartizione” dei proventi televisivi, tra serie A e serie B, spesso è stato l’argomento di “litigio” tra le 40 squadre maggiori (serie A e B): basta guardare cosa è successo quest’anno per rendersene conto: per avere maggiori contributi, le squadre di serie B, in completa autonomia, e fregandosene delle regole federali, avevano deciso di cominciare il campionato “zoppo”, con 19 squadre; hanno dovuto soccombere, poi, alla decisione dei Giudici ed accettare la 20ma formazione, attraverso un meccanismo talmente assurdo che non ne voglio parlare, almeno in questa sede.

La serie C, parente povera delle più blasonate squadre di serie A e B, al contrario basa i suoi introiti principalmente su “sponsorizzazioni” e “pubblicità” oltre che sulla PASSIONE DEI TIFOSI, che sottoscrivono abbonamenti ed acquistano biglietti per lo stadio, spesso sostenendo costi supplementari di non poco conto!, subisce pure l’ingerenza dei due campionati superiori: basti pensare che per la composizione dei gironi, quest’anno, si è dovuto aspettare oltre il lecito, visto che c’erano pendenze in serie B (si è arrivati perfino a configurare una serie B a 21 squadre!!!!)

Da qui, l’esigenza, secondo la Lega Pro, di dare maggiore visibilità e maggiori introiti alle società di appartenenza……

di Patrizio Blonda