Alò che s’arbeve – Trasferta di Pontedera

Foto dalla pagina Facebook Pontedera & Valdera Tourist Information

Pontedera è un’armoniosa cittadina situata in prossimità della confluenza del fiume Era con il fiume Arno. Attorno alla città si sono trovate tracce di insediamenti antichissimi, risalenti al periodo neolitico; il territorio fu abitato sia in epoca etrusca che nel Medioevo, venne poi costruito il castello con le mura di mattoni e fu fortificato il ponte sull’Era, che dà nome alla città. Pontedera è collegata a un simbolo mondiale del Made in Italy, la Vespa, che ancora oggi, nei film americani , fa parte dell’immaginario della Dolcevita italiana; in un tempo non troppo lontano, lo stabilimento Piaggio di Pontedera dava lavoro a 17.000 dipendenti.

Per chi ha tempo il Museo della Piaggio è sicuramente un posto bellissimo  da visitare, indimenticabili tutte le vespe esposte che sono entrate davvero nell’immaginario collettivo. C’è anche la vespina truccata che tutti noi abbiamo avuto negli anni 70 da piccini. Da qualche anno, la città è diventata una sorta di museo all’aperto, dove una schiera di panchine d’autore invita a riposare tra forme curiose di monumenti di Vespe, Api e Sì Piaggio e altri  messaggi particolari. Tra gli artisti che le hanno realizzate ci sono Giò Pomodoro, Rinaldo Bigi, Mirella Forlivesi.
I dintorni di Pontedera sono famosi anche per il Re dei Boschi: San Miniato è una delle capitali mondiali del tartufo bianco, proprio qui è stato trovato nel 1954 l’esemplare più grosso del mondo di 2 chili e 540 grammi che poi volò negli Stati Uniti sulla tavola del presidente Truman… Il tartufo di San Miniato e delle colline pisane è carico di profumo afrodisiaco pronto ad essere sprigionato!
Il tartufo bianco è un prodotto del selvaggio sottobosco della Valdera: le sue dimensioni variano da un chicco di mais a una grossa arancia, ha un profumo forte e gradevole, simile a quello di un formaggio fermentato. La sua raccolta avviene impiegando un cane, appositamente addestrato e un particolare strumento: il vanghetto, un corto e robusto manico di legno alla cui estremità è fissata una piccola vanga di forma variabile.
Gli esperti dicono che quest’anno il tartufo c’è, ed è di buona qualità e anche più alla portata di portafoglio, dal momento che il prezzo massimo al chilogrammo si aggira sui 5000 euro.
Dopo la raccolta effettuata dai tartufai della zona, arriva nella cucina per esaltare le pietanze principali del menu, con il suo sapore sublime e un profumo unico e inconfondibile.
«Ha un profumo da sballo e un sapore sensuale», ammette Pupo,che preferisce il tartufo di Pontedera agli altri.
Tra i primi piatti tipici della tradizione troviamo ovviamente il  Risotto al tartufo, risotto aromatizzato al tartufo di Pontedera, con scaglie di tartufo bianco grattugiato, le tagliatelle al burro di Normandia e tartufo, i gnocchi con le castagne e tartufo, i tortelloni al limone e tartufo, straccetti Morelli con germe di grano e tartufo, crespelle di riso alla ricotta tartufo scarola e acciuga.
Tra gli Antipasti troviamo nelle trattorie di Pontedera specialità come la soppressata di Pontedera, il rigatino, e Il mallegato al vinsanto baciamano.
Per i secondi più famosi possiamo assaggiare: l’Arista alla toscana con il suo costato, cotta al forno a legna, preparata con un trito di aglio, rosmarino, semi di finocchio, sale e pepe; rigirata nel trito facendolo aderire in una casseruola, rosolata e passata in forno a legna  per 1 ora; la Bistecca di maiale con le rape, bistecchine, rosolate, unite il vino rosso, con le rape; i Cardi trippati, cardi cotti a fuoco lento per 2 ore con succo di limone, coperti con lamelle di fontina e infornati; il Peposo, piatto a base di manzo lesso fatto cuocere per molte ore nel coccio con olio, aglio e pepe, poi irrorato con vino e aromatizzato con erbe; la tagliata di Mucco pisano e lo stinco di Mucco pisano in umido (il mucco pisano deriva dall’incrocio della mucca bruna alpina con i tori della zona del parco naturale di San Rossore); e poi il Vitello concio pontederese, il Crostone al lardo di Brunella al tartufo, i Bocconcini di coniglio fritti, il Coscio di coniglio farcito stufato alla birra, la Pernice al tegame con cipolline all’agro, l’Agnello Pomarancino al tartufo. Per i dolci da gustare assolutamente troviamo La Schiacciata di Pontedera, tipica di  Montecastello, si tratta di un dolce la cui forma, ricorda il panettone, a lievitazione naturale e con un impasto soffice e leggero, dal gusto di anice, limone e arancio, farina, zucchero, lievito, burro, olio extra d’oliva, vino bianco, marsala e uova. Si segnala poi la Torta co’bischeri, che è un dolce tipico: si presenta come una crostata ripiena di un impasto di riso e cioccolato con l’aggiunta di uvetta pinoli e frutta candita,  l’impasto del ripieno viene aromatizzato con noce moscata e grappa. Da non perdere anvhe i CANTUCCI DI PONTEDERA PERE E CIOCCOLATO, diversi da quelli di Prato, fatti completamente a mano e lo si vede dal fatto che hanno tutti forma diversa l’uno dall’altro.
La CIOCCOLATA AMEDEI S.r.l, azienda caratterizzata da un profumo di antica pasticceria e fondata nel 1990 a Pontedera, è un marchio d’eccellenza toscano nel mondo, da non perdere le sue tavolette come la Mattonella della casa con amaretti e cioccolato.
L’Amaretto di Santa Croce è invece un piccolo dolce nato alla fine dell’800 nel Monastero Agostiniano di Santa Cristiana nel paese di Santa Croce sull’Arno. Si narra che la nascita di questo amaretto sia legata alla dote che le novizie portavano con loro al momento dell’entrata in clausura, ovvero le mandorle, l’amaretto veniva dato in cambio di donazioni ed elemosine per il monastero.
Questi dolci vanno annaffiati con una sorta di vinsanto segreto chiamato Baciamano, fatto con uve trebbiano.

La fase di produzione dell’appassimento viene effettuata con le uve appese alle travi di un fienile e solo le uve perfette sono ammostate ed avviate alla lenta fermentazione nei caratelli, la cui apertura e il conseguente imbottigliamento avvengono tre anni dopo. Il Baciamano si presenta al naso profumato di fiori dolci di tiglio, uva passa e frutta secca.
Io consiglio di scolare una bottiglia di Baciamano prima di andare allo stadio Mannucci ad incitare a gran voce il nostro Cavallo Rampante e Foorza Areezzo vinci per noi!

a cura di Mourigno