Pontedera vs. AREZZO – Quando a fine partita il tifoso prova a stare zitto

Domenica 3 Novembre 2019 – ore 17,30, sotto un temporale pazzesco, in un campo infame, perché è sintetico, e perché è troppo bagnato, con larghe pozze d’acqua ( – il sintetico è fatto a strati: sotto quello superficiale, ce n’è uno impermeabilizzante, che trattiene l’acqua e la fa filtrare a “gocce” – è un composto granulare, tipo sale nero, che rende più soffice il terreno- ; l’ultimo strato è composto da un telo che evita all’erba naturale di ricrescere, una sorta di tappeto fatto di materiale appositamente studiato che garantisce anche una temperatura costante al terreno, in modo da renderlo agibile anche in presenza di neve), ed anche perché la tradizione, in questo campo, ci è particolarmente avversa: una sola vittoria aretina sulle 18 gare finora disputate. A causa del tempo inclemente, ed anche del traffico incrociato di chi rientra dal lungo ponte di “Ognissanti”, si notano gli spazi vuoti sul settore riservato ai tifosi ospiti, che verrà riempito gradualmente durante il primo tempo, ma soprattutto nell’intervallo: chi si è sobbarcato l’onere di partecipare (e non sono pochi, a giudicare dal pienone del settore nel secondo tempo) merita UN PRIMO GRANDISSIMO APPLAUSO, A PRESCINDERE DA TUTTO!

Inizia la partita ed è subito Arezzo: Caso si invola sul suo settore, sembra imprendibile e sciupa tutto sul più bello, tirando da un angolo impossibile, mentre poteva servire Cutolo che lo seguiva a centro area, e non gliele manda a dire! Pochi giri di lancette e c’è la prima risposta del Pontedera, con il loro attaccante che si presenta, causa la prima amnesia difensiva, davanti a Pissardo che respinge alla grande, emulando il suo dirimpettaio. L’inizio gara è invitante, le squadre si sfidano a viso aperto e, strano ma vero, l’Arezzo sembra ben disposto in campo, copre tutti i settori con disinvoltura, crea grattacapi agli avversari: in poche parole, DOMINA IL CAMPO; ancora un sussulto improvviso, quando Cutolo cade in area – siamo ancora sullo zero a zero – : in diretta sembra rigore, dal replay qualche dubbio, ma più si che no! Qualche timida protesta, ma si procede; e poco dopo ecco la spiegazione del perché ho scritto, sopra, “sembra”: perché da una punizione “fantasma (?)”, la paura assale i difensori, che hanno timore di ricadere nel “solito” sbaglio, che puntualmente si avvera: dopo il botta e risposta iniziale, è praticamente il primo pericolo per gli aretini, ma la frittata è già in padella: 1 a 0 Pontedera, assolutamente non meritato!!!!

La reazione dell’Arezzo non si fa attendere, e nel giro di pochi minuti, al termine di un’azione corale che tutto sembrava presagire, meno il finale, gioioso, Luciani si inventa (oserei dire uno su mille gli riesce) un cross al bacio per la testa di Gori che, da bomber di razza qual è, segna il suo quarto gol in campionato, unico dell’Arezzo a comparire sulla classifica marcatori del C.D.S.STADIO. La gioia per il pareggio è effimera (almeno a caldo), perché da una “ripartenza” del Pontedera – si perché la gara la fa l’Arezzo!!! – una palla che sembra innocua ma è velenosa di Baldan, mette in seria difficoltà Pissardo, costretto ad uscire dall’area, che scivola e, per impedire un gol praticamente già fatto, respinge con la mano! Il cartellino rosso sventolato dall’arbitro è una logica conseguenza; entra Daga, esce Belloni (perché?): le nubi che già solcavano il cielo, diventano ancora più nere, e non solo perché è già scesa la sera.

Durante l’intervallo passeggio per la casa nervosamente, si fa dura, ripeto tra me e me; le squadre tornano in campo, nessuna variazione oltre quella già citata, e mi appresto a vedere un secondo tempo all’arma bianca, l’Arezzo in copertura e il Pontedera all’attacco; può sembrare così, ma la realtà è molto diversa: è vero il Pontedera attacca, ma sbatte costantemente contro il bianco muro aretino, che però non disdegna di infilarsi sui larghi spazi lasciati liberi dai pisani, e, quando siamo ancora in perfetta parità, succede qualcosa nella difesa di casa, che ha balbettato in maniera evidente già in più di un’occasione: ancora e sempre Gori subisce una evidentissima “Cravatta” in area, ad opera di Risaliti: rigore solare, ma ancora piove, anche sull’arbitro, che in quel momento evidentemente si asciugava gli occhi dalla pioggia: non lo vede solo lui, che sbraccia in maniera vistosa a significare che non è successo nulla: cosa vuoi che sia, in fondo anche io porto la cravatta, sempre, per tutto l’inverno, ogni giorno, mica mi fischiano un rigore al giorno!!!! Gli aretini protestano, con Dido incazzatissimo, e Sereni ancora di più, tanto che l’arbitro, dopo aver ripetuto più volte “qui decido io” (forse qui comando io, oppure qui fischio io, questo si intravedeva dal labiale in diretta), tirava fuori un secondo cartellino rosso, espellendo dalla panchina il difensore.

Con la partita divenuta nervosa, era nell’aria che succedesse un secondo patatrac, e la beffa arriva nel finale, con un 2 a 1 invero preavvisato, ma anche da una sempre orgogliosa condotta dei giocatori del Cavallino, che per lo meno, al netto dei troppi ricorrenti sbagli, hanno giocato una partita lontana parente delle precedenti (riferito alle sconfitte subite ANCHE passivamente).

Di chi sono le responsabilità di questo “andamento lento”? L’analisi sarebbe lunga e tormentata, e probabilmente non sarebbe, o potrebbe, essere quella giusta. Quello che penso, e dico, è che tutti, dal primo all’ultimo degli addetti alla squadra, ma anche i giocatori, dovrebbero fare un attento esame di coscienza, e capire cosa vogliono fare da grandi! Per questo, da domani (oggi bisognerebbe informarsi sulla disponibilità dei posti necessari), li manderei in ritiro a Camaldoli, nell’Eremo (che accoglie, se non sbaglio), per far tesoro del silenzio che invita alla riflessione e per tradurre il loro motto, Ora et Labora (ora=preghiera= esame di coscienza; labora= lavora in maniera costante, con attenzione, ascolta i suggerimenti, senza distrarti in altri pensieri); perché, come ha scritto qualcuno, se Dido ripete quotidianamente a Baldan di non andare di continuo per vie centrali, ma di giocare sulle fasce (come logica vuole), e lui continua a sbagliare – come ieri – le cose son due: o Baldan e il calcio sono due parallele, o Baldan è “de crognolo”!

L’alternativa per il D.S.: mettere tutti al minimo di stipendio, fino a quando non viene ritrovata la necessaria lucidità: quando uno ha fame, moltiplica le forze e la memoria!!!!

Ovviamente, spero che interpretiate quanto detto come una battuta, ma è indiscutibile che serva una svolta, sia più o meno dolorosa, ma il “tesoretto” accumulato nelle ultime giornate è andato disperso in un batter d’occhio (basta guardare i risultati delle altre squadre), e siamo già alla 13ma giornata; aspettare ancora un po’ potrebbe essere troppo tardi!

Merita, in tutto questo, una mensione particolare l’arbitro Longo, insieme ai suoi collaboratori: se il rigore su Cutolo poteva avere qualche dubbio (primo tempo, risultato ancora sullo zero a zero), quello su Gori (cravatta in area da parte di Risaliti, già ammonito e passibile di doppio giallo) grida davvero vendetta: in qualche modo, anche l’arbitro ha voluto mettere lo zampino sulla sconfitta dell’Arezzo

Oltretutto, questa settimana ci riserva il derby di Coppa Italia, contro quel siena che, seppur arrivata dietro a noi in campionato, ha un miglior trattamento da parte della Lega (misteri della …), e dopo aver eliminato il Pontedera, sempre in casa, ci riproverà contro di noi, che al contrario loro, eravamo impegnati “ancora” in Tim Cup. Ci sarà poco tempo per riposarsi, ma anche in Coppa Italia serve andare avanti, per il morale innanzitutto (vincere a siena è sempre importante), ma anche per ritagliarsi una possibilità in più per la “post-season”.

Incrociamo le dita … mentre torno a stare zitto, come ho fatto ieri sera; è meglio!

Di Patrizio Blonda