Avvoltoi no, ma chiarezza sì!

La necessità di metterci la faccia e fare chiarezza per non vivere l’ennesima estate di passione.

Quando in questi giorni passo davanti ai campini di allenamento di fronte allo stadio comunale, vedendo quell’abbandono e quelle erbacce, che oramai si avvicinano al mezzo metro di altezza, un brivido freddo percorre la mia schiena. Ripenso al presidente La Cava che dice che è suo interesse che la S.S. Arezzo, come tutte le sue società, sia amministrata e gestita in maniera oculata, corretta e non abbandonata al suo destino. Io non ho motivo per non credere a questo anche se, dopo aver speso migliaia di euro per riportare il manto erboso dei campi di allenamento ad uno stato dignitoso, mi aspetterei che il giardiniere, specialmente se pagato dal comune, fosse sollecitato a mantenerli con cura.

D’altronde come ci viene continuamente ripetuto le scadenze (federali) fino a marzo sono state onorate, poi ci viene detto che c’è la cassa integrazione per nove settimane a coprire gli stipendi dei tesserati fino a 50 mila euro lordi (quasi tutti, tranne 8 sembrerebbe), che c’è il coronavirus (vero), la crisi (vero), le aziende (vero), la famiglia (vero), che si cercherà un accordo con tutti gli altri per il saldo degli emolumenti. Poi si arriva sempre al solito punto, il Presidente e il Direttore Generale ci dicono che stanno lavorando per mettere in sicurezza la società, che certi costi non possono essere sostenuti da una sola persona, che c’è bisogno di una mano.
Ripeto, sinceramente mi sono rotto le scatole. Apprezzo e stimo chi si fruga in tasca per farmi divertire (e divertirsi), ma mi innervosisco quando vedo che questo fiume di soldi (che non sono pochi  bisogna darne atto al Presidente), non bastano e non servono per costruire qualcosa di duraturo. Sono e sarò ripetitivo, ma in mancanza di un mecenate (ma anche ci fosse mi verrebbe da dire le stesse cose), ad Arezzo SI DEVE fare un calcio sostenibile (per chi amministra la società) ed il risultato sportivo deve essere la conseguenza della qualità e dell’abilità con cui viene portato avanti questo lavoro. Non si può e non si deve spendere quello che non riusciamo a produrre, è elementare, altrimenti la S.S. Arezzo non è un azienda gestita bene ed il risultato sarà inevitabile, continui versamenti di soldi (finchè sostenibile), poi la crisi e il fallimento. Di queste situazioni noi tifosi siamo ormai esperti e quello che faccio fatica a capire è come ancora ci siano fautori dell’avvallare e stimolare questo modo di gestire una società di calcio dopo le esperienze passate.
Tornando alla società e ai campini, si tagliano o no queste erbacce? Danno proprio l’idea di smobilizzo e di abbandono. Dopo che il Presidente e il Direttore, hanno chiuso questa stagione (almeno la parte agonistica, perché la parte contabile ed economica è lontana dall’essere definita) con la rinuncia alla partecipazione ai playoff, i tifosi auspicano una conferenza stampa dove vengano spiegate chiaramente come stanno le cose. Che il Presidente abbia bisogno di una mano viene ventilato da tempo, ma siccome l’aiuto non si trova, i tifosi e le istituzioni devono sapere quanto è grosso il problema in modo da poter dare un contributo a trovare chi possa intervenire o a pagare il conto alla gestione diciamo “esagerata”, in una ennesima estate di passione. 
Metterci la faccia e dire cosa si vuole fare è la cosa più onesta e naturale. In Lega Pro società che hanno fatto la stessa scelta della S.S. Arezzo,  non hanno avuto problemi ad esporre chiaramente la situazione. Da noi regna il silenzio, nemmeno un comunicato ufficiale, è tutto un “pissi pissi” aspettando la bomba. Si sentono solo tante mezze parole anche da chi dovrebbe tutelare i tifosi e nessuna presa di posizione ufficiale per far uscire allo scoperto i problemi e provare a risolverli.
Il fattore tempo è determinante, le scadenze si avvicinano e purtroppo si cominciano a percepire gli stessi scricchiolii di un paio di anni fa. Presidente ti ascoltiamo, non siamo qui per giudicare ma, se possibile, per darti una mano.

di Vecchia Guardia – foto di Cesare