L’incognita della nuova rosa

In un mondo normale, durante questo periodo, noi tifosi cominciavamo a fantasticare sulla squadra del campionato successivo, si guardava quali erano i giocatori sotto contratto sui cui puntare e si studiavano i quotidiani alla ricerca dei pezzi mancanti per rendere competitiva la nostra formazione.
Una squadra composta da Pissardo, Luciani, Borghini, Nolan, Maestrelli (Masetti) Belloni, Picchi, Foglia, Caso, Cutolo, Dell’Agnello (tutti giocatori sotto contratto), paradossalmente potrebbe tranquillamente lottare per giocarsi i Playoff, ma sarà impossibile da vedere in campo a causa della mancanza di calciatori sottoquota (dal ’99 in poi ), in grado di far maturare contributi per la legge Melandri e linfa vitale per le casse societarie.

La rosa della S.S. Arezzo, ad oggi (salvo errori e/o omissioni), è composta da una ventina di giocatori sotto contratto anche per le prossime stagioni: Daga (2000), Pissardo e Casini (2002) sono i portieri Baldan, Borghini, Luciani, Belloni, Benucci, Caso, Picchi, Piu, Sussi (2001), Cutolo, Dell’Agnello, Mesina, Maestrelli, Mosti, Masetti, Nolan, Raja (2000). Quello che salta all’occhio in maniera più evidente è la carenza di giocatori sottoquota su cui puntare nella formazione base. Sicuramente in questo settore la società si muoverà con decisione, attraverso la solita mole di prestiti/cessioni con giovani tesserati con sodalizi della massima serie che fino ad oggi hanno riposto fiducia nella società .

Un ambito su cui la società dovrà sforbiciare con decisione è quello dei contratti più pesanti, ad oggi i vari Pissardo, Luciani, Foglia, Picchi, Piu, Belloni, Cutolo e Dell’Agnello sforano con molta probabilità i 50/60 mila euro lordi annui (e qualcuno anche oltre) e rappresentano una componente di costo per la società difficile da sostenere. Avere 20 giocatori sotto contratto (e diversi di qualità) potrebbe essere un vantaggio per una società disposta a spendere e programmare con l’ottica di migliorare la rosa da mettere a disposizione del mister, ma molto dipenderà dagli sviluppi societari, se ci saranno, o quanto avrà intenzione ancora il presidente La Cava di investire nel calcio.

Ringiovanire la rosa, cedendo i calciatori più costosi in termine di ingaggio, è sicuramente oneroso per la società. Così ad occhio e croce, di giocatori che hanno un valore di mercato pari o superiore all’ingaggio che percepiscono penso ci sia soltanto Caso (e per questo motivo ritengo molto difficile vederlo la prossima stagione con la nostra maglia). Per quanto riguarda tutti i rimanenti sarà impresa ardua e probabilmente non indolore cederli ad altre squadre.

Ed allora anche quest’anno, nonostante una squadra (discreta) già sotto contratto, un mister riconfermato (al 90% secondo La Cava), dovremo aspettarci l’ennesima rivoluzione a scapito della programmazione, che senza una stabilità economica (che non vuol dire pagare gli stipendi alle scadenze) è impossibile da perseguire. Come ogni anno la squadra sarà un’incognita, ma pronta a stupire e smentire gli scettici (come me) ed in grado di sfornare quel calcio offensivo e spettacolare tanto caro a Di Donato. Se ripenso però a quegli 11 riportati all’inizio dell’articolo, con magari tre pezzi di qualità in più (meglio se under, uno potrebbe essere Corrado, che ha bisogno di giocare, uno potrebbe essere Daga, che non mi pare tanto peggio di Pissardo), mi rendo conto quanto sia difficile o impossibile nel calcio fare le cose semplici.

di Vecchia Guardia