Alò che s’arbeve – Trasferta di Rieti

| Foto di Alessandro Antonelli da Wikipedia |

Rieti è situata al centro della Valle Reatina, una vasta pianura posta a circa 400 metri sul livello del mare, anticamente occupata dal grande Lago Velino, la Città fu occupata nel 290 a.C. dal console Romano Marco Curio Dentato, che fece eseguire in seguito il taglio delle Marmore, consentendo così al fiume Velino di precipitare nel Nera e liberare la pianura di Rieti dalle acque del lago Velino; questa opera trasformò Rieti in un importante centro agricolo, fino a diventare l’antica “Reate”, la città principale della Sabina. La civiltà di Rieti si fonde continuamente con le origini di Roma, dal leggendario ratto delle Sabine all’alternarsi dei primi Re, Tito Tazio, associato a Romolo e Numa Pompilio, cosicché Rieti rimase sempre molto legata a Roma. Nel 1923, fu unita alla provincia di Roma e nel gennaio 1927, venne dichiarata capoluogo di provincia e nominata Cittaducale. Centro perfetto d’Italia, è un piccolo gioiello racchiuso tra le mura medievali del XIII secolo e le acque limpide del Fiume Velino. Il centro storico di è una raccolta di bellezze storiche, culturali, architettoniche e naturali tutte da visitare, dai palazzi signorili, passando per quelli del potere romano fino all’architettura religiosa, il tutto accompagnato dal panorama mozzafiato del Terminillo. I tifosi amaranto che girano nel centro storico potranno osservare le Mura medievali, risalenti al XIII secolo, che comprendono numerose torri e porte e possono essere annoverate tra le meglio mura conservate d’Italia. La bella cinta muraria, già esistente in età romana, conosce un primo ampliamento con tre porte dopo l’anno 1000, questo favorisce grandi commerci con le altre città, un periodo di grande fioritura economica interrotta solo dalla terribile peste nera del 1350. Da visitare la Porta D’Arci, uguale identica alla nostra Porta del Foro, e Porta Conca del 1349, ugualissima alla nostra Porta S Andrea. Proseguendo in centro, troviamo la Piazza San Rufo dove la scienza colloca il cosiddetto Umbilicus Italiae, il centro perfetto geografico d’Italia, visibile con un monumento… sarebbe affascinante deporre la bandiera dell’Arezzo nel centro perfetto d’Italia. Da non perdere per chi ha la mattina libera, un giro nella Città Sotterranea: la struttura è nata per permettere alla Via Salaria, di superare il fiume Velino e raggiungere la città evitando allagamenti ed impaludamenti lungo le strade. Vedrete cunicoli di travertino, caverne, pozzi romani e cisterne inglobati nei sotterranei dalle magiche suggestioni di un labirinto, l’itinerario che si sviluppa nella Rieti Sotterranea è un’esperienza indimenticabile (prenotate la visita al 0746.296949 oppure 347.7279591). Un altro must da visitare è il bellissimo Teatro Flavio Vespasiano che fu inaugurato il 20 settembre 1893, con la rappresentazione della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. Prese il nome dall’imperatore Flavio Vespasiano in onore del quale fu realizzata la splendida cupola dipinta da Giulio Rolland che raffigura il corteo trionfale della vittoria romana nella Guerra Giudaica. La bellezza di questo teatro viene ulteriormente valorizzata dal premio nazionale come migliore acustica d’Italia, un gioiello nel suo genere. Per finire, il giro in centro, da non perdere la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Maestosa cattedrale del XII secolo sita in piazza Cesare Battisti, vicino ai Giardini del Vignola. E’ una struttura ad architettura romanica che però, al suo interno, apre sulle navate alcune cappelle di stile barocco con pianta a croce latina, un misto perfetto di stili. All’ingresso vi è un porticato che sovrasta il sagrato, da cui vi sono i tre ingressi: per il battistero, per il campanile e quindi alla cattedrale… un capolavoro assoluto. La cucina tipica reatina si è formata nei piccoli comuni e villaggi che nel tempo hanno conservato l’usanza delle cose “fatte in casa” con le ricette di una volta e con i piatti genuini preparati col famoso olio della Sabina, una tradizione agro-alimentare secolare in grado di proporre eccellenze davvero uniche. La cucina reatina si compone di una serie di paste casarecce dalla sfoglia dura, ruvida e callosa, perfetta per accogliere i sughi più ricchi.
Come antipasti tipici abbiamo la famosa specialità di Amatrice e Accumoli: il Guanciale, che è ottenuto dalla guancia del maiale tagliata dalla gola, messa sotto sale, speziata e affumicata in un caminetto. Poi il Prosciutto Amatriciano dal profumo dolce e intenso, la Coppa Reatina fatta da un antico maiale nero, il Pecorino di Amatrice, con il suo sapore intenso, piccantino ma mai salato, il Cacio Magno, un formaggio a pasta molle.
I primi piatti da non perdere sono: i Bucatini all’amatriciana di fama internazionale, ma il primo piatto più famoso sono le Fregnacce, che nel dialetto laziale indica sciocchezze, sono piccole strisce di farina di grano duro e acqua, con l’aggiunta di uova, fatte al  sugo di lardo battuto, pecorino, pomodoro, funghi e olive; i Pizzicotti di Contigliano, conditi con una salsa di pomodoro piccante; i Maccheroni a Fezze, spaghettoni dal diametro ampio e la forma irregolare, insaporiti con il pesto alla Sabinese, un mix di olio, aglio, peperoncino, timo e maggiorana; I Pencarelli, nascono nei monasteri, una pasta all’uovo simile agli spaghetti, ma molto più corta; le Cordelle sabine, specialità tipiche preparate con la pasta lievitata che avanzava dopo aver fatto il pane in casa, dette anche “Cercamariti” perché, secondo la leggenda, erano così buone da accecare gli uomini, si mangiano con un pesto a base di aglio, sale grosso e peperoncino tritati nel mortaio e bagnati con un po’ di olio extra sabino; il Farro al tartufo di Leonessa e gli Strengozzi ai broccoli e guanciale.

Bucatini all’amatriciana

Come secondi tipici abbiamo: il Pollo alla Farfa rosolato con aceto bianco e olive; i Sardamirelli, ricavati dalle budella del maiale, lasciate essiccare, speziate e poi cotte alla griglia; il Garofalato guanciale arrotolato nel sale, pepe e aglio, con il muscolo di bue, chiodi di garofano e lardo bianco tritato, rosolato bene e sfumato con vino bianco. Poi troviamo il Fallone, a forma di calzone, ripieno con 3 tipi di carne, il Polpettone all’uvetta, l’Abbacchio in guazzetto, la Porchetta di Selci, i Gamberi di fiume, sempre più rari, insieme alla Trota bianca reatina, al Persico reale e al Coregone, la mitica Patata di Leonessa riscaldata in padella con guanciale e cipolla, va detto che è una delle patate italiane più pregiate.
Ricca anche la varietà dei dolci tipici, degnamenti rappresentati dai Murzillitti, dai Dorsetti alle Mandorle e dalle originalissime Ciambelline di Patate, dai Terzetti alla reatina, alla Copeta (noci e miele e foglie di alloro) ai Tozzetti, biscotti secchi, croccanti e molto gustosi, alle Ciambelline all’anice inzuppate nel vino, al Castagnaccio, alle Fave dei morti, alle Ferratelle, ai Pangialli. Mitica è la Pizza dolce col lardo e i ciccioli di maiale.
Nei vini la DOC è stata attribuita al vino Colli della Sabina, il nome riprende un bianco leggero e fresco molto apprezzato nella Roma antica, “il Sabino”. Invece lì dove la Valle del Tevere è dominata dal Monte Soratte si estendono verdi colline decorate da rigogliosi vigneti, in questa zona si trova la premiata Tenuta Santa Lucia, è qui che si produce il vino Morrone Syrah Lazio IGT Poggio Mirteto considerato il migliore Syrah del Lazio, il primo vintage fatto monovarietale, vino pluripremiato che ha riscosso un grande successo. Colore rosso rubino intenso, con unghia dai bagliori granato e decisamente consistente, finissimo all’olfatto e dalla complessa evoluzione, rosa, viola, mirtillo e lamponi maturi, fungo prataiolo, cannella, liquirizia e intense spezie come il pepe nero e il goudron. Al palato piacevolmente equilibrato, restituisce nel finale la sensazione fruttata di mirtillo con accenni di caffè…insomma un’opera d’arte.
Per assaporare un po’ di queste delizie io consiglio ai tifosi aretini il RISTORANTE DA ANTONIETTA, cucina tradizionale di altissimo livello, sembra di fare un salto nel passato, pasta fatta in casa nella propria cucina , sotto le volte di una vecchia cantina dove si possono assaggiare le migliori ricette reatine, tra l’altro dicono che faccia la migliore Matriciana d’Italia. Dopo pranzo tutti allo Stadio “Manlio Scopigno” a incitare il cavallino. Forza Arezzo vinci per noi!

a cura di Leo