Non è questione di soldi
L’assalto al 3° posto domenica è stato fallito. Oddio parlare di assalto mi parrebbe un eufemismo, al netto degli ultimi 20 minuti dove lo svantaggio maturato ha messo un po’ di pepe alla gara degli amaranto, quella di domenica è stata una partita equilibrata, senza sussulti particolari (a parte le cappelle della terna arbitrale che hanno animato il finale e il post match) e nonostante ci fosse da riscattare una partita, quella dell’andata finita con una cocente sconfitta per gli amaranto.
L’analisi che si può fare è che la squadra attualmente sta trovando una compattezza e una solidità che è mancata per buona parte della stagione e che, nonostante i tanti buoni giocatori che militano nel nostro organico, facciamo fatica a far valere con decisione le nostre qualità contro le squadre migliori del campionato, o se non le migliori, quelle che appaiono più quadrate e/o dotate di un consolidato amalgama. Se analizziamo i risultati della stagione si può ben notare che, come riportato dall’amico CAP 52031 nel blog, con le squadre posizionate dalla parte sinistra della classifica (le migliori, o quelle che hanno fatto più punti) abbiamo raccolto soltanto 11 punti su 33 e questo serve come cartina di tornasole per evidenziare quante difficolta (tecniche? Mentali? Fisiche? Di organico?) trovi questa squadra, che sulla carta è stata costruita (male) per stravincere il campionato e nella pratica si trova a poco più di metà stagione fuori dai giochi. Qui non si tratta di trovare colpevoli, ma di comprendere quanto sia complicato uscire da questo campionato, dove non basta buttare vagonate di euro sul piatto senza la capacità o l’acume nello spenderli. Non serve nemmeno il blasone della città, quando pare evidente che, contro di noi, tutte le squadre danno il massimo per poter festeggiare il loro giorno di gloria, dove anche i direttori di gara approfittano dell’occasione per poter mostrare quanto siano bravi e come riescano a non subire pressioni (magari procurando danni …vedi quello che è successo domenica). E dunque non basta costruire una corrazzata, serve trovare persone capaci che la sappiano guidare nel mare tempestoso della Serie D, e qui diventa determinante il ruolo della proprietà, capire se dietro le belle parole e promesse delle ultime settimane c’è umiltà e la voglia finalmente di lasciare spazio e potere decisionale a chi in questo mondo calcistico ci sguazza da una vita, lasciandogli piena libertà di scelta e sostenendo economicamente la nuova, e si spera definitiva, ripartenza.
di Vecchia Guardia