Week-end dolce amaro


Alle 15,15 di sabato pomeriggio, tutto sembrava volgere al meglio: L’AREZZO era già in vantaggio sulla Sangiovannese e, stando alle scarne notizie che mi giungevano dallo stadio, stava dominando, oserei dire “come al solito”; ma quando tutto sembra troppo bello, deve scapparci per forza una trave a traverso. Non era ancora passata la mezzora, da quando la partita era cominciato, e tutto sembrava cambiare; black out dalle notizie dello stadio, black out dal sito di internet … silenzio assoluto ed uno strano presentimento, che si concretizzava attorno alle 16, quando finalmente riprendevano a funzionare wi-fi ed internet: 1-1 ed AREZZO in 10. Cominciavo la lunga attesa, per capire dalle immagini televisive cosa fosse successo, mentre avevo una sola certezza: l’AREZZO, finendo la partita in parità poteva assaggiare, anche se per una sera, nuovamente il sapore della vetta: era comunque primo in solitaria, come non succedeva esattamente dalla 3a giornata di andata (ma lì erano state 3 vittorie su 3!). A fine sera, la notizia del rinvio a mercoledì prossimo della match più importante di giornata, tra Pianese  e Follonica Gavorrano, ci consentiva di gustarci il primato per altri 3 giorni. Ma cosa sarebbe successo, domani, sugli altri campi? Chi avrebbe potuto approfittare del mezzo passo falso degli amaranto, tra gli immediati inseguitori? Amareggiato per la mancata trasmissione della “differita” – poi andata in onda solo ieri sera, perché? Possibile che ci siano trasmissioni più importanti il sabato, che non possano consentire un cambio di “programmazione”? anche questo, in fondo, rende la serie D una sorta di inferno! – non mi restava che attendere la domenica pomeriggio, mentre fuori la neve, che ad intermittenza cadeva dal pomeriggio, non sembrava presagire nulla di buono.

È stato così lunga l’attesa, che ha lasciato molto amaro in bocca: hanno vinto, infatti, Poggibonsi  Livorno e il Seravezza a Ponsacco, assestandosi così al settimo posto, è scivolata in quel lido di Ostia anche il Flaminia, che così si trova ancora quarto ma a nove punti dall’Arezzo, perde il Città di Castello contro il Grosseto, mentre in coda pareggiano il Montespaccato contro il Ghivizzano e vince l’Orvietana (prima vittoria stagionale in trasferta) contro il Tau Altopascio. Così, dopo un sabato dolce-amaro, la domenica ha un sapore mandorla amara. La classifica è lì, a parlare chiaro: in caso di vittoria, la Pianese ci sorpassa di nuovo, con il Follonica che scivolerebbe ancora più lontano, in caso di pareggio ci affianca nuovamente, in caso di sconfitta, ci rimangia 2 punti il Follonica Gavorrano (come hanno fatto Poggibonsi e Livorno); inutile dirlo, spero vivamente che si concretizzi la terza ipotesi, perché a me personalmente, in questo momento dà più fastidio il Poggibonsi a -3 che la Pianese a pari merito oppure due punti sopra, considerando che gli amiatini domenica dovranno render visita alla Sangiovannese che, a chiusura del trittico tremendo, dopo aver sconfitto il Livorno e pareggiato ad Arezzo vorrà consolidare la sua posizione e farà di tutto per frenare la squadra di Castel del Piano, che potrebbe essere stanca per il recupero infrasettimanale (neve permettendo).

Ma noi siamo l’AREZZO! Quante volte lo diciamo noi tifosi, quante volte lo ripetono dalla società, ai tecnici, ai giocatori? Ecco, noi siamo l’AREZZO e lo diciamo a ragione veduta: perché al di là della categoria attuale, questa è una società in una piazza importante, dove tanti, giocatori (vogliamo parlare di Graziani – Campione del Mondo! -, Tovalieri, Orsi, Ranocchia … o in tempi recentissimi Tremolada, Brunori e Cheddira?) e tecnici (vogliamo parlare di Conte e Sarri, De Zerbi, passando poi da Cosmi e Semplici?), che ad Arezzo e nell’AREZZO hanno trovato il trampolino di lancio ideale per carriere ai limiti dell’immaginazione? L’AREZZO ha una storia, fatta di vittorie, di sconfitte, di gioie e delusioni, di sogni inseguiti, a volte inseguiti, a volte disattesi, ma è una società importante, nel panorama calcistico italiano, che indossa una maglia importante, intrisa di storia! E’ una maglia che, nel bene e nel male, fa la differenza: passare da AREZZO, anche per una sola stagione, arricchisce, comunque, il curriculm di ogni calciatore: la differenza la fa vincere o perdere. Ed ecco allora del perché la maglia dell’AREZZO pesa: non per i fattori esterni – basta guardarsi attorno che la nostra è una delle tifoserie più appossianate, ma anche una delle più corrette!!! – ma per il comportamento di ogni singolo protagonista, sia esso il Presidente, il Direttore Generale, l’allenatore con il suo staff, il giocatore che scende in campo! LAVORARE CON E PER L’AREZZO, NON DEVE ESSERE UN PUNTO DI ARRIVO, PER NESSUNO!, MA UN PUNTO DI PARTENZA!!!! MA NESSUNO DEVE LAVORARE PER IL PROPRIO SCOPO, MA PER LO SCOPO PRINCIPALE, CHE E’ QUELLO DEL RISULTATO COLLETTIVO: LA VITTORIA DEL CAMPIONATO!!!! Per ottenere la vittoria del campionato, E’ NECESSARIO L’IMPEGNO DI TUTTI, che non significa soltanto lavoro settimanale, collettivo, accettazione delle decisioni del Mister (che lavora nell’ottica del BENE COLLETTIVO, DEL RISULTATO FINALE), ma anche, e soprattutto CONCENTRAZIONE DURANTE LA PARTITA! Ed essere concentrati durante l’arco della partita, non vuol dire non commettere errori su un passaggio, sbagliare un tiro o come battere un calcio da fermo – anche se è importante saperli sfruttare! – essere concentrati vuol dire anche evitare reazioni senza senso, che posso creare difficoltà alla propria squadra. 

Sotto questo punto d’osservazione, quindi, accomuno a Pattarello, ingenuo all’inverosimile, anche Trombini (leggerezza: tarda il rinvio giocherellando con il pallone, poi “costretto” alle maniere forti); Polvani (sbaglia il rinvio e ferma l’avversario, espulso per chiara occasione da gol!) e Settembrini (doppia ammonizione nel giro di pochi minuti, entrambe, forse, evitabili, perché commesse a centrocampo!), mentre assolvo Zona (ci stava la prima ammonizione, ma la seconda per simulazione è un’invenzione arbitrale)! Da qui colgo lo spunto per esaminare, senza fretta, l’episodio di Pattarello: viene fermato in maniera fallosa da Poli, con l’arbitro che non fischia, e poi viene raggiunto, dopo una corsa di 50 metri da un altro giocatore valdarnese (credo Cesaretti), che approccia una testata con fare minaccioso, mentre Pattarello si stava rialzando; Il nostro casca nel tranello e reagisce, con l’arbitro a due passi, che estrae il cartellino rosso in danno al giocatore amaranto. Sanzione giusta, contemplata dal regolamento! MA PERCHE’ NON PRENDERE LA STESSA DECISIONE CON IL GIOCATORE DEL VALDARNO: ERA LI’, A DUE PASSI, HA VISTO LA REAZIONE, MA NON LA PROVOCAZIONE!


Con tutto ciò, l’ingenuità di Pattarello (fra l’altro migliore in campo fino a quel momento) ha compromesso la partita dei compagni ed il risultato finale, ma non mi sento di dare tutta la colpa dello scivolone a lui; anche alcune scelte tecniche non mi hanno convinto a pieno, ma chi meglio dell’allenatore ha il polso della situazione?

Vorrei che queste mie riflessioni non vengano fraintese con la polemica verso la società, i dirigenti, l’allenatore o il singolo giocatore: è, o sono, giudicate voi, delle considerazioni personali che mi piace condividere con la tifoseria amaranto, perché criticare è giusto, purché abbia lo scopo di costruire qualcosa in più, non distruggere a priori. 

di Patrizio Blonda