La vendetta va sempre servita fredda


Lo chiamano “Il Pollaio” il campo di calcio del Ponsacco, anche quando vi splende il sole: terreno sicuramente “non liscio”, come si conviene ad un “mediocre” campo di calcio, dove i rimbalzi sono quasi sempre irregolari e domare una palla definita tonda (in realtà è sferica, ma questa è una quisquilia”) è quasi impossibile anche per chi è donato di piedi sopraffini, figuriamoci per la maggior parte dei calciatori che calcano i campi di calcio in tutta Italia! Ed in un “pollaio”, gallo, galline piccioni ed altri ovipari terrestri lasciano i loro “naturali bisogni”, che in natura viene definito “guano”. Il brutto è che, con il sole o con il vento, è un “prodotto naturale” dall’odore nauseabondo, sempre comunque scivoloso, che poi, con pioggia battente, si trasforma in un terreno infido, appiccicoso, che per correrci in lungo e in largo (ma solitamente le dimensioni sono ridotte), non servono scarpini da calcio, o da rugby, sport più abituato al fango, ma cingoli ferrati, quindi più pesanti da gestire; sono quasi sicuro che, se come succede nel pugilato, i giocatori fossero stati pesati prima e dopo la gara, ci sarebbe stata una differenza minima di 25 kg! Ovviamente il campo non fa distinguo tra “padroni di casa” e “ospiti”, anche se i primi potrebbero essere avvantaggiati dal fatto di giocarci ogni 15 giorni, ma ieri, diciamocelo francamente, le condizioni climatiche e del terreno erano equivalenti, e in molti avrebbero preferito addirittura che le dimensioni del campo fossero state ancora inferiori! La domanda che sorge spontanea, allora è una sola  “COME SI PUO’ PERMETTERE DI GIOCARE UNA PARTITA DI CALCIO IN SIMILI CONDIZIONI?” Dove vanno a finire le raccomandazioni di “sicurezza sul lavoro”, di “prevenzione degli infortuni” (primarie per l’incolumità fisica dei giocatori) ed ancora “regolarità del campionato”, quando una squadra può essere avvantaggiata rispetto all’avversario, ed altre squadre potrebbero approfittare del risultato negativo dell’uno o dell’altro avversario? IN POCHE PAROLE: COME SI PUO’ AUTORIZZARE LA DISPUTA DI UNA PARTITA DI CALCIO IN CONDIZIONI COSI’ PALESEMENTE AVVERSE? COME SI PUO’ OMOLOGARE UN CAMPO PER LA DISPUTA DEL 4^ CAMPIONATO ITALIANO PER IMPORTANZA, SAPENDO CHE CI POSSONO ESTREMI DI REGOLARITA’? La risposta spetta ai “soloni” della nave, ai “cervelloni” garantisti di un’unica cosa: il proprio fabbisogno!

La partita si è comunque disputata, L’AREZZO l’ha vinta, ed il succo della giornata, sta comunque qui! Poco importa il resto (purtroppo), ma la soddisfazione è doppia, anzi tripla! Non era facile giocarla, s’era detto e ripetuto per tutta la settimana, sia per le caratteristiche del campo, in condizioni normali, sia per le condizioni meteo avverse, annunciate con largo anticipo, sia perché la squadra, nonostante la navigazione costante nelle acque tranquille della metà classifica, era quella che ci aveva inflitto la prima sconfitta, per di più in casa nostra, in una gara contrassegnata da un gol palesemente irregolare (viziato da una spinta che solo quei ciechi della terna arbitrale non hanno visto), da un rigore sbagliato, come sbagliate erano state un’altra decina di occasioni. Al termine siamo qui, a godere di una giornata sicuramente propizia, anche se, tanto per rimanere in tema animalesco, abbiamo ancora un gatto attaccato là dove il sole non sbatte, che non vuole saperne di andarsene via.

Era una partita per “uomini con gli attributi”, da affrontare a brutto muso, lasciando da parte i buoni propositi del buon gioco al quale siamo stati fin dall’inizio del campionato abituati; “più di spada che di fioretto”, ha ripetuto più di una volta Mister Indiani, ed i fondo, diciamocelo, la preoccupazione principale era proprio questa: “sarebbero stati in grado, i nostri baldi giocatori, a snaturare le proprie doti di “cantori del bel calcio” per fare una partita da fieri gladiatori?” La risposta è sotto gli occhi di tutti: in quel campo non solo era vietato il “fioretto”, ma era inibita perfino la spada, perché l’unica arma da utilizzare, come in un duello di medioevale memoria, erano spadoni, scudi alti e qualche ascia da guerra! E’ stata battaglia combattuta ad armi pari (la classe, in questi casi, serve solo per eventuali miracoli) fino a quando, tra il guano trasformato in fango sempre più spesso, la pioggia battente ed un vento insistente, tra l’altro contrario (!), un lampo improvviso ha illuminato il grigio cielo di Ponsacco: punizione di Polvani, tocco al volo di Settembrini per Lazzarini, che tocca al volo per Cantisani, che al volo, con una stoccato di fioretto, improvviso e veloce, tarpa le ali del portiere e si insacca: né di spada, né di spadoni, ma sicuramente con un colpo magistrale, mentre a Ponsacco diluviava su AREZZO e dintorni è apparso uno splendido sole, che ha offuscato tutto il resto.

Alla fine, almeno per ¾, anche i risultati degli altri campi ci hanno sorriso; poco importa che i giocatori abbiamo dovuto fare una doccia supplementare per togliersi di dosso tutto il fango raccolto in campo! Ha vinto, è vero, la Pianese, ma ha pareggiato il Livorno (ora a -12!) ed ha perso il Poggibonsi, che scivola così a – 10; la volata per la vittoria finale sembra (il condizionale è sempre d’obbligo) sembra essersi ristretta a due sole squadre, ma in un campionato sempre più complicato,  con 27 punti ancora in palio, nessun verdetto è stato ancora emesso! Quindi, dopo i giusti festeggiamenti per la 4a vittoria consecutiva, ed il giusto riposo del lunedì, da domani piedi in terra e testa concentrata alla partita di domenica prossima, dove incontreremo il Città di Castello, scivolato ancor più nella zona calda della classifica (solo +1 dalle paludi dei play out), che poi affronterà, in ordine, in casa il Poggibonsi, per poi andare a far visita proprio alla Pianese; sarà quindi la squadra tifernate “l’arbitro principale delle prossime tre gare”: come noi unica artefice del proprio destino; domenica prossima dobbiamo somministrargli un robusto antibiotico, con 3 dosi di medicinale, che intorpedirà i giocatori della Valtiberina con la prima dose, per poi dargli la necessaria carica per le due partite successive, e navigare poi in acque più tranquille. Solo dopo la 5a vittoria, potremo giudicare i risultati degli altri (Pianese – Ghiviborgo, Poggibonsi-Terranuova Traiana, [penultima a + 1 dalla retrocessione diretta], Follonica Gavorrano – Sangiovannese e Livorno – Montespaccato. Poco importa che la domenica successiva si giochi proprio livorno-AREZZO! Ripetere il filotto dell’andata, con 6 vittorie consecutive, è alla nostra portata, superarlo possibile. QUINDI MANTENERE I PIEDI PER TERRA, CONSAPEVOLI CHE SIAMO I PIU’ FORTI, MA CHE OGNI PARTITA VA VINTA SUL CAMPO! La ricetta per farlo è semplice: concentrazione, dal primo all’ultimo minuto, impegno massimo, testa e nervi a posto, consapevoli della nostra forza, ma con il massimo rispetto, sempre per l’avversario di turno.


Abbiamo ancora il 3o attacco del campionato, la miglior difesa, la miglior differenza reti: poco importa che non ci sia nessun nostro giocatore in doppia cifra, ma è importante che le nostre reti siano firmate da 12 giocatori diversi! Senza dimenticarci che abbiamo, sicuramente, LA MIGLIOR TIFOSERIA DEL GIRONE! Ed è stato dimostrato anche ieri! Ed allora, in attesa di poter festeggiare il centenario, proviamo a festeggiare tutti insieme al grido di FORZA AREZZO!!!! Sempre ed ovunque!!!! 

di Patrizio Blonda