Reso quanto preso



Ciò che una domenica toglie, l’altra domenica rende.

Ebbene si! Era una domenica molto particolare: considerata da tutti importante ma non determinante ai fini del risultato finale, rappresentava comunque un crocevia “cruciale”  della stagione: vincere significava rilanciarsi, perdere affidarsi alla buona sorte per ristabilire le possibilità di vittoria finale. Con 60 punti ancora a disposizione, ovvio che nulla fosse ancora compromesso, ma molto sarebbe dipeso dalle “sventure” della squadra che ti precede, e tanto anche dai risultati delle immediate inseguitrici: più che a livello di risultato finale, la partita era tipicamente importante sotto il profilo psicologico e solo chi sta bene di testa, chi è convinto delle proprie possibilità, può affrontarla nel modo migliore.

Per ritrovare il giusto equilibrio, in barba alle mille perplessità, l’Arezzo aveva seguito una preparazione “particolare”: un “allenamento congiunto” contro la Fiorentina, affinché ognuno di coloro che scendevano in campo, ma anche coloro che si sarebbero seduti in panchina, si rendessero conto, di fronte ad un avversario ovviamente più forte, sia dal punto fisico-atletico, che dal punto di vista tecnico, delle proprie capacità personali, con un esame completo a 360 gradi. Il campo sintetico ed i primi freddi invernali erano le altre componenti di una domenica particolare.

La Pianese forte di giocare “in casa”, reduce da 5 vittorie consecutive, con il miglior attacco, seppur in coabitazione con il Poggibonsi – altra squadra dal periodo miracoloso, ben sei vittorie consecutive – con in panchina un allievo che sogna di superare il maestro, L’Arezzo reduce da una sconfitta condita da una prestazione scialba, incolore, aspra nei contenuti e nelle cause, con la voglia di risollevarsi da un periodo (sotto l’aspetto della classifica, ovviamente) di luci (poche) ed ombre (tante), contro l’avversario che in sette giornate (dalla 7ma alla 13ma ha recuperato sette punti! Passando da un -2 ad un +5), si affrontano in una partita che può dire tanto o, in caso di pareggio, dire nulla. Per questo motivo le squadre scendono in campo animate da voglie contrapposte, ma soprattutto contratte e, lo dimostrano i primi minuti, celatamente “nervose”, condivise da certo Gianluca Catanzaro di Catanzaro (era meglio scrivere Gianluca da Catanzaro per evitare la cacofonia delle ripetizioni) che consapevole delle proprie origini, su molti falli rudi e piccole risse, preferisce non vedere, non sentire e non fischiare! Ne fa le spese il povero Damiani, che deve uscire malconcio proprio nella fase iniziale, i primi trenta minuti dedicati allo studio, dell’avversario e del campo, dopo di che l’Arezzo decide che deve far vedere la differenza, salendo in cattedra: 20 minuti del primo tempo, 20 minuti del secondo, 10 minuti per vedere la reazione, e ribadire (lo avete il siparietto tra le panchine, nel corso della partita? Bonuccelli che dice ad Indiani “Maestro oggi ti dimostro che ti ho superato!” ed Indiani che gli risponde “O grullo e che ti pensi che te l’ho insegnati li trucchi? O tieni va … incarta e porta a ’asa, ‘osì ti ripassi la lezione, o grullo!”). Così com’era cominciata – in rissa -, in rissa finisce – Kouko che insegue Settembrini, con arbitro e guardalinee a far da scudo, ma in 3 contro 22 la lotta è impari, e Settembrini che prima cera di rientrare, poi con abile finta, dito pollice sul naso, chiama il suo avversario, trovando appoggio nei suoi compagni e gli fa “cu’ cu’ 5 punti un ci son più!” battute a parte speriamo che il buon Catanzaro da Catanzaro scriva nel rapporto finale del comportamento scorretto dei giocatori della Pianese e dalla Sila ci faccia arrivare una castagna d.o.c., da contrapporre a quelle dell’Amiata.

La giornata, nata sotto la massima apprensione ed attenzione (alzi la mano quel tifoso che pensava di vedersi restituiti, in blocco, tutti i punti persi domenica scorsa, dopo Ostia!): perde pure il Poggibonsi, ancora contro l’Ostiamare – che domenica ospiterà proprio la Pianese, al termine di un trittico tremendo! – e allora le distanze tornano ad essere congrue, in attesa di una giornata, la 15ma, che si preannuncia comunque interessante: ad un AREZZO – Tau Altopascio (ma guai sottovalutare qualsiasi avversario), si contrappongono Ghiviborgo-Flaminia Civitacastellana, Livorno – Poggibonsi, Mobilieri Ponsacco – Follonica Gavorrano, Ostiamare – Pianese, con la speranza che ad Ostia, in onore al detto non c’è due senza tre, offrano una “buona comunione” anche alla Pianese.

Un occhio alle statistiche: dopo la 14ma giornata, il Seravezza è l’unica squadra a non aver mai vinto in casa, mentre il Folloonica Gavorrano è l’unica a non averci mai perso; in trasferta non ha mai pareggiato il Mobilieri Ponsacco, non ha mai vinto l’Orvietana, mentre ha sempre perso il Terranuova Traiana: nessuna vittoria e nessun pareggio, in trasferta, per i valdarnesi. Il prossimo avversario dell’AREZZO, Tau Altopascio, in trasferta ha vinto una volta, pareggiato cinque (!) e perso una; 10 i gol segnati in trasferta (13 in totale), 13 quelli subiti (18 totali), per una differenza complessiva di – 5.

di Patrizio Blonda